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Il Principe dell’Accademia, salito sulla cattedra, legge e dimostra su due corpi artisticamente eseguiti il sistema circolatorio. Tutti guardano ammirati quella rete maravigliosa di arterie e di vene; ma qualche medico mormora: «Dopo trent’anni, tanto chiasso...!» E quando la perorazione (la chiama così il De Franchis) è finita, il Senato coi suoi paggi viene accompagnando giù per le scale fino alla carrozza S. E., mentre alcuni medici vanno facendo: «Oh state a vedere che i lavori anatomici di Paolo Graffeo, conservati fin dal 1758 a S.a Lucia, ce li vuol gabellare per novit

¹⁷⁰ Tra le Provviste del Senato, a. 1784-85, pp. 435, 530, è un viglietto di S. E. al Senato perchè, in seguito alla abolizione del Collegio de’ misuratori, che erano in numero di 30, intìmi loro il divieto della privativa del loro mestiere. Vinc. Torremuzza, Giornale Istorico inedito, p. 444. Ms. della Bibl. Com. di Palermo. ¹⁷² Vedi innanzi, p. 91, e De Franchis, Ceremoniale ined. pp. 488-97.

D. Ippolito de Franchis impiegò mezza giornata per leggere sulle pubbliche piazze l’ordine viceregio³²²; ma fu fiato buttato anche il suo, perchè la passione non riconosce impero di legge, ed i giuochi proibiti continuarono nelle sale dorate e nei rendez-vous d’ogni sorta.

Questo per coloro che circondavano il Senato; ma i singoli Senatori nelle loro giornaliere funzioni indossavano ordinariamente «il vestito alla francese in giamberga», come ci fa sapere il loro Cerimoniere¹⁰⁹; nella mezza festa, toga semplice e cateniglia; nella grande festa, toga, manica ricca e gioie. ¹⁰⁹ De Franchis, op. cit., p. 433.

Nell’ultimo periodo del settecento era banditore del Comune D. Girolamo De Franchis, l’ultimo di una generazione di banditori, il più popolare ma anche il più antipatico tra tutti gli ufficiali pretorî. In lui si vedeva il nunzio di tutte le disposizioni del Senato e della Deputazione di nuove gabelle, disposizioni che non potevano non riuscire ostiche al pubblico. Il Governo, sempre odioso pel popolo, veniva confuso col Comune, e l’odio per entrambi s’impersonava nel banditore, come quello che portava divieti, imponeva gravezze, limitava libert

¹⁴⁰ De Franchis, op. cit., pp. 486-87. Capitolo V.

Tamburini e trombetti senatorii, agli ordini del Cerimoniere del Senato, ad un cenno di lui sonavano: e D. Girolamo De Franchis con chiara e roboante voce leggeva: Il Sommo Pontefice si è degnato concedere l’uso dei latticini e delle carni nella prossima Quaresima. Ma perchè il Cerimoniere del Senato e non altri dell’Amministrazione della SS. Crociata?

¹⁹⁷ Villabianca, Opuscoli. Ms Qq E 94, n. 3, p. 107 della Biblioteca Comunale di Palermo. Anche quel buon uomo di D. Ippolito De Franchis risentivasi della comune vanit