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³¹⁰ Pag. 281. Io credo d’aver dimostrato, con la scorta dei documenti, che la persecuzione di Giuliano o non avvenne che nella fantasia degli scrittori che lo combattevano o si ridusse ad atti di difesa, non sempre, è vero, corretti e leali e, forse, talvolta, spinti all’eccesso dallo zelo intempestivo di qualche prefetto. Ma vi ha un atto di Giuliano, un atto autentico che ha sollevata la più ardente indignazione dei Cristiani contemporanei, e che, anche ora, è considerato da molti storici come la prova dell’intolleranza persecutrice dell’apostata imperiale. Quest’atto è la promulgazione della legge per la quale egli intendeva vietare ai maestri cristiani d’insegnare, nelle scuole pubbliche, lettere greche. L’immensa importanza che si è data a quest’atto, che, dopo tutto, non aveva che un carattere amministrativo, mostra come lievi dovessero essere le preoccupazioni per la supposta violenza del nuovo persecutore. Ma, in ogni modo, la mossa di Giuliano è sintomatica di un indirizzo di pensiero e di tendenze che, per la prima volta, si fa vivo nel mondo antico, ed è l’indirizzo che doveva poi metter capo alla censura letteraria. Gi

Mi piacque anzitutto l’idea d’insegnare ai nostri giovani la nostra storia antica, le leggi, i riti e costumi sacri, prendendo occasione dalle feste, dalle commemorazioni e sacre pratiche, come si susseguono nei vari mesi dell’anno.