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Sarebbe tempo, oramai, di andare a visitar l'abbazia. Per questo eravamo venuti a Dusiana, e non per dimenticarci a tavola. Si prende lingua, e si va: ma guai a lei, se non è stupenda; non siamo disposti a tollerar cose mediocri. Da lontano, l'edifizio si presenta bene, con una fronte severa; un po' brulla, per verit

A Dusiana, dove siamo arrivati alle otto e mezzo, abbiamo veduto un paese come tutti gli altri, e degli abitanti su per giù come quei di Corsenna. Il paese nondimeno è più vasto; tre Corsenne, a dir poco; una gran piazza con dei portici su tre dei suoi lati, il che deve essere stato immaginato per far dire alla gente: e perchè non ne hanno voluto mettere nel quarto?

Ma pare che non sia costume di darne, a Dusiana, o che fosse troppo forte la mia; perchè cinque minuti dopo venne il padrone a pregarmi di accettare per la staffa quattro bottiglie di vin buono. Buono, soggiungeva egli, perchè dolce e gentile, che di quello ne potevano ber le signore. E le signore, che avevano bevuto acqua pazza, fecero onore alla cortesia dell'albergatore garbato.

La banda di Dusiana aperse il fuoco, assordandoci con la più rumorosa delle sue marce guerriere. Fu applaudita a furore, e si gridò viva Dusiana; il che non è mai male tra popoli contermini, che hanno di tanto in tanto i loro piccoli screzi e dissapori. Gi

Ho potuto sapere che la contessa Quarneri non è andata a Dusiana. I tre satelliti devono esser furenti; imbronciati li vedo, ma quieti, in atto di rodere il freno. Che abbiano avuto una correzione salutare? Mi dispiacerebbe per me, che li vedrei volentieri andare in collera, specie se mi danno due giorni di tempo, tanto che arrivi il Ferri, con tutti gli omonimi suoi.

La banda di Dusiana rumoreggia da capo, con un centone di motivi dell'Attila. Sar

Le ho resa la botta dell'inglese, ed ella ne è rimasta un po' sconcertata. Ma non più; si parte finalmente. La contessa mi vuole nella sua giardiniera, forse in premio della storia del frate e dell'invito al concerto musicale di Dusiana. Galatea, ch'era gi

Ah! grida Filippo. Son forse quelli che abbiamo veduti sulla piazza di Dusiana. Li avran trasportati l

La signora non vorrebbe andare, a Dusiana. Le occorrerebbe un'ora almeno per vestirsi. Inoltre, è un brutto giorno; un tredici. Lo dice ridendo, ma lo dice. Io rido con lei, e la conforto ad andare. Il tredici secondo me non è altro che un numero il quale ha il torto di venire dopo il dodici e prima del quattordici. Del resto, non a tutti dispiace, non a tutti porta sfortuna.

I principii tirano in lungo, e non lasciano pensare all'indugio della minestra, che finalmente arriva ed è trovata eccellente. Segue un gran piatto, una catasta, un monte di costolette. Cutlets, signor Buci; queste dovrebbero piacere a voi, più che la pelle degli otto o nove cani di Dusiana, dai quali vi siete fatto conoscere e rispettare.