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Che orrore! direste. Ma io, arrivato a questo punto vorrei proseguire: Notate che vedo e riconosco i difetti di Galatea. Ne ha; oh se ne ha! Quella sua passione per tutti i giuochi, per tutti i divertimenti! Bisogno irrefrenabile di moto, lo capisco; ma io, se fossi padrone di quel cuore, non vorrei tanto moto, non vorrei tutto quel vivere fuori del guscio, come fa l'argonauta; vorrei meno racchette, meno remi, meno tuffi in acqua, meno balli, e un po' più di languore femmineo. Ma è così giovane! più giovane del vero. Infatti, potr

Egli non aveva avuto da lei nessuna di quelle lusinghe che mi voleva far credere. Infatti, a chi ha dato ieri il premio di un fiore, la signora contessa? Oh, quel fiore, quel fiore! ci voleva proprio quel fiore del malanno, per meritarmi un altro sgarbo di Galatea.

Ah, c'è uno strappo nelle mie relazioni con Galatea! uno strappo che bisogna rammendare ad ogni costo. Ma tu ci passerai, bambina, laggiù dalla parte del mulino; ci passerai, una mattina o l'altra, e dovrai pagare il pedaggio. 20 settembre 18... "Roma è nostra", mi ha detto stamane il signor sindaco, incontrandomi sul ponte, avviato verso la strada del mulino.

Non per ritrovarci Galatea, che non era quello il momento, se pure avesse l'usanza di andarci ancora, ma per pensare a lei liberamente. Sia pure Don Giovanni il consigliere; ma sia un Don Giovanni che abbia affogata la sua malizia in un mar di latte. Così dicevo a me stesso, arrivando al mio dolce rifugio.

Non ne faccia così poca stima; mi ribatte Galatea; altrimenti non Le vorr

Quanto è bello, fresco, ridente, quest'angolo di mondo ignorato! e quanto sarebbe più bello, più fresco, più ridente, se fosse qui Galatea, lieta, fiduciosa, serena come una volta, prima di quella tal passeggiata che le sar

Il mio pensiero volò a Galatea e all'ode d'Orazio che il giorno innanzi le era caduta sott'occhio. Volevo ripigliare; ma in quel punto si affacciavano dalla salita le signorine Berti, e la nostra conversazione s'interruppe di schianto. Ed altri seguivano per l'erta, tutti affrettando il passo, a mala pena ebbero veduto noi, con quella furia montanina che è così naturale alla vista del luogo dove si far

Allora le fu necessario aggrapparsi alla mia spalla. Che sciocca! che sciocca! gridò Galatea. Ma a questo modo si vuol egli andare in campagna? Non c'è posto per camminare, in due, qui? Ebbene, si va da soli; e se occorre si passa avanti al compagno; così. senza tante paure. E mandava gli atti compagni alle parole.

Ho scritto tutto? Rileggo, e mi pare che ce ne sia d'avanzo. Non si direbbe, infatti, che sono innamorato? Eh via, questo poi no. Galatea è una graziosa ninfa, piacevole a quel dio, e sarebbe un'ottima compagna per un lungo viaggio. Ma non a te, vecchio barbone che sei. Godi da saggio epicureo il tuo sorriso di gioventù, il tuo granellino di dolce follìa; ma guai a fartene un albero! Capisco, finalmente, che certe ubbriacature passano presto. Son come lo Sciampagna, queste care figliuole: un po' di spuma, e buona notte. Domani sar

La contessa ha dovuto riprenderlo, e so che l'ha fatto con una grazia tutta sua, che non escludeva la forza. La contessa ha buon gusto; e se non sa certe cose, che importa! È tanto bella, che avrebbe perfino il diritto di non saper nulla al mondo. Mi ha invitato da capo al suo villino, ma non mi sono lasciato prendere. Galatea direbbe, e con ragione, che mi adatto a fare il quarto.