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Parlo con libera schiettezza al Monteverde, perchè lo amo e lo stimo. È un artista con cui si possono citare i Greci, senza essere sospettati di voler fargli dispiacere, torto. La quistione del resto non risguarda punto la valentia dell'artista; risguarda semplicemente la scuola, i confini in cui deve restringersi lo studio e l'imitazione del vero. Rammento qui, poichè mi viene a taglio, un altro grande artista italiano, di cui ho ammirato, a Genova, nella necropoli di Staglieno, un bellissimo genio, anch'esso colle ali e coi piedi da biricchino scalzo. Quei piedi erano copiati dal vero; non si poteva far meglio di così, volendo fare dei piedi di ragazzo dodicenne, che dimentichi troppo spesso le scarpe a casa. Ma, per un angelo, quei piedi mi stonano un poco. Imitate il vero dalla testa ai piedi, non dico di no; ma, nel caso di cui sopra, bisogna toglier le ali; anzi, meglio, non far angeli, mai, altre figure allegoriche. I Greci, a cui mi piace di ritornare, i Greci, che erano naturalisti in arte quanto noi, se non per avventura più di noi (me ne appello alla Venere di Milo), davano estremit

Tutti insieme, un ultimo sforzo! urlo io comandando la manovra con l'acqua alla pancia. Issaaa-ooh! Issaaa-ooh! Menghini, imballa il motore! Imballa! Imballa, per Dio! Tre bambine capitombolano nell'acqua. La più piccola, dodicenne, scivola via travolta; ma un bersagliere si slancia e con una zampata la ripiglia e la solleva pel culo!

Voi ricordate il superbo Mausoleo di Cecilia Metella, eretto dal padre in onore della figlia morta dodicenne. Anche quel mausoleo, voi sapete, è l'orgoglio delle rovine e con il Pantheon è una delle meglio conservate. Ciò che voi non sapete forse, si è l'esistenza dell'immensa catacomba, che comincia nell'interno del monumento e non si sa dove vada a finire.

Ha il braccio sinistro abbandonato sui fianchi di sua figlia Gisella dodicenne, vivo ritratto suo più colorito, più ardente con languori irrequieti. Quella fresca miniatura lega la figura della marchesa al corpo del marchese De Concilis che continua virilmente le curve della moglie nelle sue guance un po' flosce di seduttore maturo sensuale pigro e raffinato.

Tre bambine povere vanno a scuola, in nero, un fiocco rosso sui capelli. Si fermano. Si raccontano. Una bambina dodicenne elegante in azzurro, bionda, precede a passi rapidi concisi di dovere tac tac tac la cameriera vecchia, rullante, sbrindellona, ciabatte. La bambina sbuffa: Auf! che tartaruga, la Maria! lo dirò a mamm