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Paolino Berlendi si fece serio e lesse tutto di seguito: ....«percorrendo la Via Appia, presso la tomba di Cecilia Metella, urtò un baroccio da vino, e cadde sul fianco. Lo chauffeur rimase ferito. Il conte Candriani e la contessina Loredana De Carolis, sbalzati a parecchi metri di distanza si sollevarono incolumi». Contessina! esclamò Fausta con un sorriso beffardo.

Voi ricordate il superbo Mausoleo di Cecilia Metella, eretto dal padre in onore della figlia morta dodicenne. Anche quel mausoleo, voi sapete, è l'orgoglio delle rovine e con il Pantheon è una delle meglio conservate. Ciò che voi non sapete forse, si è l'esistenza dell'immensa catacomba, che comincia nell'interno del monumento e non si sa dove vada a finire.

Poi altri Romani io vidi occupati a disseppellire le ossa dei nostri martiri, e sulle rovine del mausoleo maledetto innalzare un tumulo somigliante a quelli che adornano le pianure di Morat e di Maratona, e lo vidi coprirsi d'una piramide di bronzo che mi sembrò della forma di quella di Cecilia Metella.

Celebrano autori così chiesastici come laici la magnificenza di Sisto nell'ornare Roma di fabbriche eccelse, e veramente meritano lode; però non fu, come pure si doveva avvertito, che spesso le sue costruzioni attestano altrettante distruzioni, ovvero trasformazioni; il famoso Settezzonio di Severo, reliquia davanti alla quale sembrava si fermasse il Tempo per ammirarlo non per distruggerlo fu abbattuta da Sisto e ne fece trasportare le colonne a San Pietro; gli era entrato l'uzzolo addosso di buttare giù ogni cosa, tra le altre il sepolcro di Cecilia Metella monumento illustre dei tempi della Repubblica; i romani atterriti da questa salvatichezza fratesca, gli stessi cardinali, eziandio quelli che più zelavano la fede cattolica si misero intorno al Papa scongiurandolo a deporne il pensiero, ai quali egli rispose: «che avevano torto perchè egli aveva avuto in mente di torre via le turpezze, sostituendo edifizi degni di ammirazione.» A malincuore pativa albergare nel Vaticano le statue di Apollo e di Laoconte; dal Campidoglio poi risoluto le mandò via; anzichè sopportarcele gli avrebbe dato fuoco: ebbero ad esulare dalle sedi terrene Giove e gli altri Dei consenti come gi

Abbiamo così veduto almeno una parte lieta di questa Roma seria, malinconica, severa, e Pulcinella giulivo e festoso in mezzo a tutte queste rovine, sopra tutte queste catacombe, più ne meno dei grilli che cantano fra l'erba dei ruderi del palazzo dei Cesari, e delle rondini che cinguettano sulla tomba di Cecilia Metella.