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Alle corte, per mandar del gesso, come egli ha fatto col monumento Massari, avrei voluto, ne' panni suoi, mandarla io, ai francesi, una Repubblichetta di gesso, ma veramente coi fiocchi. Se ne sarebbero innamorati senz'altro; me l'avrebbero subito commessa in marmo. E che male ci sarebbe stato, se una statua monumentale di Giulio Monteverde, italiano, avesse dovuto adornare una piazza di Parigi?

Disgraziatamente, all'odierna esposizione di Parigi, gli artisti di questa fatta son pochi, o bisogna dire che quasi tutti si sono contentati di entrare in lizza con lavorucci di poco momento. C'è qui in abbondanza l'arte piccina, l'arte da salotto, la roba da vendere. L'arte grande, l'arte monumentale, l'arte che mira alla gloria, si è fatta viva con pochi e direi quasi timidi saggi. Che cosa ha esposto il Monteverde? Lo Jenner, bellissimo, pieno di verit

Parlo con libera schiettezza al Monteverde, perchè lo amo e lo stimo. È un artista con cui si possono citare i Greci, senza essere sospettati di voler fargli dispiacere, torto. La quistione del resto non risguarda punto la valentia dell'artista; risguarda semplicemente la scuola, i confini in cui deve restringersi lo studio e l'imitazione del vero. Rammento qui, poichè mi viene a taglio, un altro grande artista italiano, di cui ho ammirato, a Genova, nella necropoli di Staglieno, un bellissimo genio, anch'esso colle ali e coi piedi da biricchino scalzo. Quei piedi erano copiati dal vero; non si poteva far meglio di così, volendo fare dei piedi di ragazzo dodicenne, che dimentichi troppo spesso le scarpe a casa. Ma, per un angelo, quei piedi mi stonano un poco. Imitate il vero dalla testa ai piedi, non dico di no; ma, nel caso di cui sopra, bisogna toglier le ali; anzi, meglio, non far angeli, mai, altre figure allegoriche. I Greci, a cui mi piace di ritornare, i Greci, che erano naturalisti in arte quanto noi, se non per avventura più di noi (me ne appello alla Venere di Milo), davano estremit

Aperto così l'animo mio sulla quistione di scuola vi dirò che il Monteverde è qui molto ammirato nelle opere sue. Io lo ammirerei anche di più, se per l'esposizione universale di Parigi egli avesse fatto del nuovo, e a bella posta per essa.

I lampioni. .... Quella sera, seduto sopra una colonnina di Monte Cavallo nella poetica posa di tutti i grandi uomini giovanetti, derivati dal Colombo del Monteverde me la godevo un mondo, alla vista di quel vasto ondeggiamento di folla in letizia, mentre i lanternini variopinti tremolavano su cappelli e cheppì, mentre i due simulacri dei Dioscuri, di oscuri si facevan luminosi, per la luce dei bengali, tingendosi in rosso, in verde, in viola e l'acqua della fontana, mormorando insieme alla folla, pareva ora una pioggia di smeraldi, or di topazi. Quel formicolare gigantesco di luci e d'ombre, quel festoso gridìo che si spandeva nella serenit