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Verso sera alla vedova infelice, si presentò, una visita inaspettata, il colonnello De Charette, il comandante degli zuavi, quello stesso che aveva domandato al Papa l'onore di assistere alla esecuzione di Monti e Tognetti. Egli entrò con aspetto triste e benevolo, si tolse di capo il cappello, e si avvicinò a Lucia, circondata da suoi figlioletti. Signora! diss'egli.

A Parigi si proclamò la Repubblica. Gli Italiani chiedevano insistentemente Roma. Ma il vecchio eroe della Campagna dei volontarii del 1867 era passato in Francia per combattere al fianco dei suoi nemici di Mentana, col colonnello degli zuavi Charette, sotto la stessa bandiera: per un'ombra ed un nome.

Fu in una notte tiepida e serena che a Modigliano giunse il telegramma della presa di Roma. Da qualche giorno la campagna era cominciata, e quantunque il nemico fosse più che spregevole, il popolo non era senza inquietudine. La tradizione dei disastri monarchici, quando la monarchia si era battuta colle sole sue forze, pesava su questa spedizione, che non meritava nemmeno il nome di guerra. Si raccontavano aneddoti di La Charette generale dei zuavi, che fedele alla memoria del proprio nome infestava la campagna romana deludendo e superando i bersaglieri di Lamarmora, e allora l'anima del popolo si voltava a Garibaldi. Ma questi, che sapeva di aver ucciso il papato a Mentana, ne abbandonava le spoglie alla monarchia di Savoia incaricata dalla storia di saldare l'una all'altra tutte le membra d'Italia. Un'altra più grande idea occupava il suo spirito. Francia, Italia e Spagna, tutto il vecchio mondo latino doveva riunirsi per rattenere entro i limiti della nazionalit

Il cardinal Rizzi partì soddisfatto di ; si fece condurre a casa, e andò a dormire il sonno del giusto. Il Generale fece venir subito nelle sue stanze tre padri, fra quelli che erano più addentro nei suoi segreti, erano il confessore del Papa, il confessore del cardinale Antonelli, il confessore del colonnello De Charette, comandante degli zuavi pontifici.

Poi il Papa si avvicinò di nuovo al colonnello, e gli disse: Ci consoliamo con lei: noi riconosciamo sempre i nostri bravi zuavi, e sempre più ci teniamo contenti di loro. Beatissimo padre! soggiunse De Charette, i miei soldati anelano sempre l'occasione di potere spargere di nuovo il loro sangue in difesa della Santit

Molti figli di antiche case legittimiste di Francia e del Belgio servivano in questo esercito come ufficiali, o anche come semplici soldati a piedi. Loro colonnello era De Charette, discendente del famoso capitano della realista Vandea. Il corpo era in prevalenza formato da francesi e da belgi, e parlava francese.

Con essi il Generale tenne un lungo conciliabolo, ch'ebbe per iscopo di stabilire il modo sicuro di sventare gli sforzi di coloro che volevano ottenere dal Papa la grazia di Monti e Tognetti. I confessori di Antonelli e di De Charette si posero all'opera alla mattina seguente; il confessore del Papa doveva operare più tardi.

La parata degli zuavi in Piazza San Pietro, e il ricordo che il Segretario di Stato fece al Pontefice di una supposta promessa erano conseguenze delle loro manovre. Gli zuavi erano schierati sulla piazza, col loro colonnello De Charette alla testa.