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Aggiornato: 16 giugno 2025


Chiesi dove fosse Marienstein e andai a passeggiare da un'altra parte, verso il Parkhaus, col desiderio di tornar nel bosco che avevo attraversato insieme a miss Yves, di star con lei come potevo. Il cielo era grigio, l'aria quieta e tepida.

La signora mi ascoltava con attenzione intensa; ebbi l'idea che mi studiasse, com'io poco prima avevo studiato lei. Volle guardar la mia rupe col cannocchiale che io le disposi. Nel porre l'occhio alla lente perdette la buona direzione; la cercammo insieme, le nostre mani si sfiorarono, Mrs. Yves non ritirò subito la sua; me ne corse in tutta la persona un brivido delizioso.

Allora Topler era ritornato per consiglio dalla signora di Treuberg, la quale riteneva che di fronte a un contegno risoluto di miss Yves io mi sarei dato per vinto, e che quindi si potrebbe tacere ogni cosa al fidanzato. Perciò fu deciso che Violet, con un pretesto, partisse subito per Norimberga.

Mi sono trovato male, molto male, per colpa mia, anche fuori dei sogni, e ho sempre avuto una fede così grande che incontrerei la voce viva, la persona vera! Alcune signore venivano alla nostra volta. Dovetti accostare il mio viso a quello di Mrs. Yves, finger di leggere nel suo libro per udir il susurro della sua risposta. Non ne ho neanche per me. vita speranza.

Passarono i cavalli, passò miss Yves salutando col capo, passò tutto, rumore e visione, giù nella discesa ombrosa della Königsgasse.

Per tre giorni non ebbi più occasione di parlare a Mrs. Yves. Era sempre col suo convalescente; passeggiavano qualche poco, sedevano lungamente insieme sotto gl'ippocastani. Ella mi salutava con la sua soavit

Ecco la signorina Luise venir saltando in punta di piedi con un dito alle labbra, portarsi via, a gesti, i Topler e i Treuberg per far loro vedere qualche cosa. Rimasi ancora solo con miss Yves.

Sente, sente, sente? disse, interrompendomi, il mio amico Topler a miss Yves, È contenta? Violet mormorò qualche parola che non s'intese. La signorina è inglese, capisce? mi disse Topler. Io sono un vecchio gufo selvaggio della Selva Nera che adesso vuole diventare un pappagallo della buona societ

Miss Yves stava oramai bene; tuttavia il fidanzato pareva assai pensieroso e si ritirò quasi subito. Io mi alzai, ma il mio vecchio amico non mi permise di partire. Egli era venuto osservando suo fratello con l'attenzione di un padre e non sapeva nascondere le sue angustie. Mi disse che temeva suo fratello non si sentisse bene, e mi chiese licenza di andargli a parlare un momento.

Tacque un istante e poi mi chiamò sottovoce, deliziosamente, per nome; ebbe ancora come un sussulto, uno slancio represso di tutta la persona verso di me. Addio! riprese. Non posso più restar qui e non La posso rivedere. Hanno anche avuto sospetti, per le lettere. Non mi può rivedere? La mia voce dovette suonare molto accorata! Mio Dio! rispose miss Yves. Egli sa se voglio farle del male.

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