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Aggiornato: 7 giugno 2025
Garibaldi dimostrò a Girolamo la sua gratitudine colle stesse parole pronunziate a Prato ad Antonio Martini: «A rivederci a tempi migliori.» E Girolamo Martini rivide due volte il Generale, ma non sappiamo se in tempi migliori; lo rivide a Pisa nel 1862, e a Salò nel 1866 a Pisa ferito al piede dalla palla d'Aspromonte a Salò ferito al cuore per aver dovuto abbandonare il frutto delle sue vittorie conquistato a prezzo di tanto sangue generoso.
Le Marche e l'Umbria, la cui liberazione altro non fu che una conseguenza delle stupende vittorie dei Volontari, non ne fecero nemmeno una parola, anzi acclamarono i grandi trionfi della monarchia.
Che ne sapevano essi? Quale dei molti garibaldini accalcati nel teatro aveva una coscienza chiara ed intera della epopea cui aveva preso parte? Chi aveva capito il significato delle sue battaglie così piccole militarmente e delle sue vittorie moralmente così grandi?
E proseguì: Generale, i disastri di Caiazzo e d'Isernia sono le tinte scure che danno risalto alla luce delle vostre vittorie, e provano che si vince solo quando voi guidate. Fistolo! io esclamai. Non ti sapevo così perito nell'arte del cortigiano. Sembri un gentiluomo di camera di Luigi XIV.
Vinti e ingannati, adesso se li spingeva davanti a se; e gli si leggeva manifesta nel volto la superbia del trionfo. Le vittorie della forza sono elleno forse più, o meno gloriose di quelle della frode? Lo ignoro: io so unicamente, che forza e frode nacquero gemelle nel ventre della ingiustizia.
La donna o si ribella o tace: una cosa peggiore dell'altra. Se la donna si ribella e si mostra più forte del tiranno, il marito è vinto e abbiamo una tirannia peggiore della virile, la femminile. Se le forze si equilibrano, avvicendandosi nelle vittorie e nelle sconfìtte, abbiamo la guerra in permanenza, come chi dicesse l'inferno in casa.
Amici, in campo la battaglia alterna Vittorie e danni; de le guerre i fini Non son certi giammai; s'altri governa Il suo consiglio co' voler divini È fuor di biasmo; che la destra eterna A la vita mortal ferma i confini, Nè ci ha giudicio su' giudicii suoi; Ed oggi, amici, ella è contraria a noi.
Ai 15 di dicembre lo Zeno partecipava le prime vittorie di Uzunhasan, che uditi i fatti della veneta armata sulle coste della Caramania, ancorchè non gli fossero ancora pervenuti i domandati sussidii, avea dato ordine di guerra, per nulla temendo i rigori della stagione e la mancanza di artiglierie.
Ma i tempi ingrossavano. L'eco delle vittorie di Garibaldi nell'America valicando l'oceano veniva a percuotere per tutti i monti d'Italia: le fantasie s'infiammavano, nobili orgogli e speranze anche più nobili s'alzavano nelle anime che la tirannide secolare non era riuscita a protestare. Mazzini esule, ma presente collo spirito in ogni terra, organizzava congiure, dava ordini, scriveva lettere, opuscoli, libri, agitando ogni sorta di questioni e riassumendole tutte in quella della libert
Questo valoroso veniva decorato colla croce dell'ordine militare di Savoia e portato all'ordine del giorno dell'esercito. Dopo le vittorie di Solferino e di S. Martino, Napoleone III emetteva il seguente ordine del giorno: Soldati!
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