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Aggiornato: 21 maggio 2025
86 Del duca di Trasfordia è quella insegna, dove è l'augel ch'al sol tien gli occhi franchi. Lurcanio conte, ch'in Angoscia regna, porta quel tauro, c'ha duo veltri ai fianchi. Vedi l
Ma di qua, di lá, per campagne e per boschi; di su, di giú, per boschi e per campagne, i veltri la perseguitano e n'hanno tosto fiutata la traccia. Il mandriano , pieno d'angoscia pel suo armento, si butta a' piedi del conte. Pietá, signore, pietá! Fate di lasciare in pace queste mie povere bestie mansuete.
E questo non è da dubitare che l'autore non sapesse; per che, avendol posto, assai bene possiam comprendere l'autore volere altro sentire che quello che semplicemente suona la lettera, e cosí in ciò che sèguita del rimettimento di questa lupa in inferno: la sposizione delle quali cose a suo tempo riserberemo. «E piú saranno ancora», che stati non sono, «infin che 'l veltro Verrá». È il veltro una spezie di cani, maravigliosamente nimica de' lupi, de' quali veltri dice, come appare, doverne venire uno, «che la fará morir con doglia».
offeriano a le molte inclite dame le rose ed i rinfreschi. Allettati correan pieni di brame i veltri barbareschi traendo fra le zampe il guinzal d'oro che mal ressero i paggi. Gioivano le dame inclite in coro ai gran salti selvaggi, e disperdendo in copia su 'l lucente musaico a piene mani cibi e rose, blandían trepidamente i belli atroci cani.
PALAGIO D'ORO, nobile magione de la Speme, de 'l Riso e de' Piaceri, ove sotto i belli archi alti e leggeri danzano i Sogni cinti di corone; SELVA D'ORO ove Amor, nudo garzone, con i Desiri, cupidi sparvieri, con i Peccati, veltri agili e neri, attende a la sua dolce cacciagione; FONTE D'ORO ove candidi e tranquilli vanno i cigni di Venere per torme facendo a 'l dorso calice de l'ale;
Or non così, mie belle, o voi che tanto amai e celebrai e incoronai del mio lucido canto ne' boschi e ne' rosai, or non così venite al mio festino ove l'Amor v'aduna? I vostri baci, più dolci de 'l vino, a 'l sole ed a la luna io colsi un tempo; e, come entro una rara coppa di fin lavoro, mentre i nuovi desii cercanvi a gara veltri da 'l guinzal d'oro,
R otavasi giá 'l mondo a gli occhi miei, E sottosopra il mar, la terra, il cielo G iran intorno e fannomi qual foglia V olar al vento, e gli arbori, le ripe, L e spiagge mi parean cotanti veltri A i fianchi de le capre gir correndo. S altano ad alto l'erbe e gli virgulti, A lpe con monti e 'nsieme con poggetti C orreno in rota e danzano leggiadri.
Quel dinanzi: <<Or accorri, accorri, morte!>>. E l'altro, cui pareva tardar troppo, gridava: <<Lano, si` non furo accorte le gambe tue a le giostre dal Toppo!>>. E poi che forse li fallia la lena, di se' e d'un cespuglio fece un groppo. Di rietro a loro era la selva piena di nere cagne, bramose e correnti come veltri ch'uscisser di catena.
le gambe tue a le giostre dal Toppo!». E poi che forse li fallia la lena, di sé e d’un cespuglio fece un groppo. Di rietro a loro era la selva piena di nere cagne, bramose e correnti come veltri ch’uscisser di catena. In quel che s’appiattò miser li denti, e quel dilaceraro a brano a brano; poi sen portar quelle membra dolenti.
Spruzzata di sangue, intrisa di bava, eccola prendere il cupo della foresta e ripararvisi. Addentro addentro ella si inselva, e viene a trovar nascondiglio nella cappella di un eremita. Via via, senza posa mai. To to, ciuee ciuee, to to to! Allo scoppiar delle fruste, all'abbaiare de' veltri, allo squillare dei corni la schiera feroce anche colá si precipita.
Parola Del Giorno
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