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Aggiornato: 13 maggio 2025
Vanitosi e decorativi gli ufficiali passeggiavano a due a due, a tre a tre, arricciandosi i baffi, e guardando in faccia alle frettolose sartine, o sogguardando le signorine snelle e timide, camminanti al fianco di prosperi e maestosi genitori. La banda militare suonava in piazza Vittorio Emanuele; e la musica giungeva, soave e distante, al loro balcone.
Vanitosi e timorosi ad un tempo, gli altri europei esitarono, vacillarono, rifiutarono, e gli indigeni li trafissero colle loro freccie; ma mio padre che era uno spirito forte, brandì in aria il suo osso di balena, e gridando! viva l'isola di Potikoros, se lo infisse eroicamente nel naso.
Poi vedi che ho ragione; ci sono degli uomini generosi, che s'innamorano davvero e diventano capaci di qualunque sacrificio per una donna. L'essenziale è di uscire da questa miseria, che toglie ad una donna qualunque valore, perchè, te l'ho detto cento volte, gli uomini vogliono potersi vantare della loro amante. Sono tutti vanitosi, anche quando amano: sciaguratamente quel signore non è ricco.
Gli uomini come voi sono una sciagura nella vita di una donna. Perchè? Perchè presto affermano di amarla, illusi forse, o vanitosi d'ispirare un sentimento che lusingherebbe il loro amor proprio. Voi avete su la punta della lingua una dichiarazione che soltanto le convenienze di un primo colloquio v'impediscono di farmi. Indovinate, in parte.
Imperocchè egli sentiva pure tutta la vigliaccheria del suo atto; ma, siccome avviene a tutti i tristi della sua fatta, che sono codardi e vanitosi ad un tempo, non sapeva patire lo scherno, e covava nell'animo la vendetta. Nessuna parola era stata anche scambiata fra i due.
Alle venture generazioni noi lasceremo dunque la cura di lavare quella culla delle maggiori grandezze del mondo da tanto nero sudiciume! E noi vanitosi impotenti! passeremo... avendo dato al mondo lo spettacolo miserabile di venticinque milioni d'esseri incapaci di scuotere il tarlato catafalco d'un vecchio indecente e di colpe macchiato e moribondo!
Ma se il padre Bonaventura rendeva di passata questo servizio al marchese Torre-Vivaldi, a ben più alto segno mirava l'opera sua. L'Antoniotto non era per lui che un ottimo strumento, un magnifico arnese di guerra, a cui molto volentieri concedeva la parte più bella del suo sistema. La frase costituzionale del re che regna e non governa, significava a puntino quello che il marchese Antoniotto doveva essere nei disegni del padre Bonaventura. Il quale teneva tutte le fila del governo in sua mano, nobili e ignobili, dorate e sozze. A quella mano facevano capo i tristi, i vanitosi, e gli stolti di tutte le classi sociali; usurai che volevano arricchire; ladri e furfanti che non volevano andare a marcire in prigione; avvocati senza clienti, medici senza ammalati, maestri senza discepoli, che volevano annaspare qualcosa; giovani che andavano a caccia di grasse doti e d'illustri parentadi; uomini da nulla che volevano parere d'assai; cervelli di gatto che s'industriavano a parer di leone; gi
Per quanto fosse il pauroso rispetto che ognuno aveva di lui, pure, come assai destri e valorosi e vanitosi, non avrebbero mai voluto lasciargli quel vanto, onde si disposero a combatterlo con tutta la forza e l'accorgimento possibile. Fu notata l'ora: mezza ne doveva trascorrere, gli assalti incominciarono.
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