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Aggiornato: 26 giugno 2025


E veramente per la prima volta sorrise.... L'indomani mattina Ugo era capo di un drappelletto di lance in vanguardia, moveva al castello di Adalberto, e così parlava ad Aroldo, un capitano di Gisalberto, che gli era accosto: Io vi dico che la sorpresa deve riuscire benissimo. Sentite: lo spione che inviammo col

Se gl'insorti ci minacceranno le spalle, noi sposteremo la nostra base d'operazione da Bojano a Castel di Sangro, mutandoci siffattamente in vanguardia dei Piemontesi. Se irresistibilmente attaccati di fronte, ripareremo con sicurezza su Bojano facendo testa a Castelpetroso. Però non credo, replicò Caldesi, che giovi scendere da un'altezza sicura per risalirne altra dubbiosa.

Infatti, al prefisso, Enrico con grosse tolte di gente e forti apparecchi si trovava al campo. Ve lo raggiunsero il duca Guelfo coi Bavari, Rodolfo con una condotta di Svevi, Gozzelone coi Lorenesi, Teodorico duca dell'alta Lorena con uno squadrone di cavalieri, i capitani dei Franchi Ripuari con le forti loro schiere, Bertoldo da Carinzia con un corpo d'arcadori, parte montato parte a piedi, un esercito intero di ausiliari boemi capitanati dal figlio del re Wratislao, ed un distaccamento della sua guardia, comandata da suo genero Wiprecht. E poi dei vescovi, conti e marchesi, dei dignitari della corona, di tutti che avevano giurisdizione ecclesiastica o secolare, nessuno mancò. Perchè a nessuno si concesse restare a casa, tranne pochi vescovi svevi impossibilitati, l'arcivescovo di Colonia ad Enrico niente grazioso perchè nel campo dei Sassoni combattevano il vescovo di Magdeburg suo fratello e quello di Alberstadt suo cugino ed il vescovo di Liegi in fin di morte. Ma costoro ebbero a mandare le loro condotte con un vicario. L'istesso abate di Fulda, rattratto e perduto dei piedi, che andava con le grucce, dovette cavalcare all'esercito. L'imperatore quindi manda un araldo ai Sassoni per annunziar loro che il domani intendeva attaccare battaglia. A consiglio del duca Rodolfo muove perciò il campo da Breitungen ed il primo lo ripone in su quello di Elu, e al domani nei dintorni di Eisenach, poco stante dai quartieri dell'oste. Enrico si era messo a giacere per far la siesta, quando, in sul velar l'occhio, il duca Rodolfo lo sorprende e gli dice: Sire, i Sassoni alloggiano poco lungi dalla vanguardia, ed improvvidi del nemico pasteggiano, e fanno combibbie. Ordinate perciò che squilli la regia tromba, ed attacchiamo battaglia, perchè la notte star

Nella circostanza che abbiam descritto (Velletri 1849) successe dunque che il corpo principale dell'esercito Romano, fermo a Zaccarolo in aspettativa delle razioni da Roma, perdette un tempo prezioso e ciò fu il motivo d'aver potuto il re di Napoli far la sua ritirata non disturbato. La vanguardia all'incontro, coi suoi pochi cavalieri montevideani, avea trovato nelle tenute cardinalesche, bestiame ad esuberanza con cui fece lauto pasto. E dalle informazioni prese dai viandanti, e gente del paese, il vecchio ed esperto Marrocchetti, conoscendo che l'esercito borbonico preparavasi a ritirarsi, sollecitò come abbiam veduto, e raccolse ciò nonostante sui campi di Velletri un bel frutto della campagna. L'esercito repubblicano giunse tardi alla vista di Velletri, la ritirata era gi

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