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Queste parole di don Gregorio scesero benefiche nell'anima di Maria. Ella intravvide come un raggio di sole penetrare e diffondersi nelle tenebre della propria esistenza, mentre un'aura di pace aleggiava intorno a lei, consolandola con una commozione dolce e profonda.

La moglie, sebbene la procella continuasse a scompigliare il suo spirito, sentiva levarsi in cuore un'aura mite foriera di pianto appassionato, mercè la spontaneit

Quanto a me, Dio mi ha fatto ritrovare la mia Esmeralda, son marito, son padre; ciò versa un balsamo di calma nel fervido mio cuore. Non me ne starò per altro, se un'aura benefica disperde e dissipa le tenebre del nostro orizzonte. Ed io voglio pugnare per un suolo non mio, se pel mio nol posso; almeno snuderò un acciaro per la medesima causa: ovunque vedo oppressi, io ritrovo fratelli.

Giorgio fissò la Luigia, che abbassò il capo e si mise a piangere; ma tuttavia egli non si fermò a Santo Fiore. Ritornando a Borghignano era affranto, avea il cuore spezzato; eppure si sentiva più calmo. Maria stava male! Questo nuovo dolore, al quale poteva abbandonarsi senza rimorso, senza vergogna e senza collera, penetrava come un'aura di pace nella sua anima sconvolta.

Erano le stesse: erano i primi ammonimenti, i primi ammaestramenti: Pietro ascoltandole, ritornava Pierino. Quelle semplici e umili parole sentite nella sua fanciullezza, gli ridavano la pace, erano per lui come un'aura fresca, balsamica, purificatrice.

La mancanza d'Emilia doleva con nuova forma; Emilia sapeva bene rassicurar la sorella, diffondeva attorno a un'aura di tanta fiducia, che Roberta ne viveva giorno e notte. Ora, Emilia non v'era più. Roberta l'aveva abbandonata, e si trovava sola di fronte ad uno sconosciuto.

Alberto aveva quasi terminato il suo lavoro. In breve avrebbe potuto cogliere il frutto delle sue fatiche. Il momento tanto atteso era vicino. Si sentiva circondato da un'aura di speranza. Tutto il resto scompariva dinanzi al suo sguardo. Lavorava indefessamente quando, una sera, ricevette una lettera di Emilia con la data di Firenze e una larga riga nera all'intorno. Era una lettera breve, triste, calma; tra l'altre cose diceva: «non avendo oramai più nulla che mi tenesse col

Ripresi speranza, ripassai la mano su quella parte di muro ed a mia sorpresa trovai che era legno, di che non m'ero accorto prima nella mia indagine precipitosa. Forzai di nuovo e sentii girare come una porta sui gangheri e nello stesso tempo un'aura, un puzzo cadaverico mi giunsero dalla parte esterna e mi colpirono quasi in modo da togliermi il fiato.

Purgatorio: Canto XXVIII Vago gia` di cercar dentro e dintorno la divina foresta spessa e viva, ch'a li occhi temperava il novo giorno, sanza piu` aspettar, lasciai la riva, prendendo la campagna lento lento su per lo suol che d'ogne parte auliva. Un'aura dolce, sanza mutamento avere in se', mi feria per la fronte non di piu` colpo che soave vento;

Purgatorio: Canto XXVIII Vago gia` di cercar dentro e dintorno la divina foresta spessa e viva, ch'a li occhi temperava il novo giorno, sanza piu` aspettar, lasciai la riva, prendendo la campagna lento lento su per lo suol che d'ogne parte auliva. Un'aura dolce, sanza mutamento avere in se', mi feria per la fronte non di piu` colpo che soave vento;