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Aggiornato: 19 giugno 2025
Ma la corte era rimasta senza il siniscalco; il torneo non fu fatto; la regina si dolse; Alboino strepitò, e il povero trovatore, che aveva turbato le gioie della corte, fu mandato con Dio, senza la croce d'un quattrino; contento tuttavia, nel profondo del cuore, di aver fatto sì che l'amico non fallisse all'amico. Amen.
Ma che cosa aveva egli fatto, il vostro Percivalle? dimandò Ginevra. Ecco! La corte era adunata e il siniscalco era tutto in faccende. Il trovatore lo tira in disparte e gli dice: messere, l'amico Sauvaine ha bisogno di voi, e subito subito. O come? Ed io che non posso muovermi!
L'Harmoniflûtista è tenero, linfatico, ha gli occhi azzurri, non mangia che carni bianche o farinacei. Si chiama Oscarre se è uomo, ed Adelaide se appartiene all'altro sesso. In casa, al Dessert, va in cerca del suo istrumento, e quando gli stomachi sono pieni, cioè quando gli spiriti sono disposti all'allegria, egli vi regala: «Fra poco a me ricovero» oppure il Miserere del Trovatore.
Volete leggerla? Tanto, per udire la continuazione dei lieti ragionari e la vita del trovatore Rudel, che qualcheduno si far
Un suo dilettissimo, anch'egli buon trovatore, Bertrando di Alamannone, fu pronto, come suol dirsi, a tenergli bordone, e ambedue fecero il disegno d'imbarcarsi a quella volta. Doleva di quella partenza al Plantageneto, che usò d'ogni suo potere per distogliere il suo protetto da quel faticoso viaggio. Ma nulla valse; e finalmente, ottenuta licenza dal conte, il Rudel monta in nave coll'amico.
Giovanna s’era grandemente rattristata all’udire quel racconto del trovatore.
Il Corradengo, che mal poteva schermire di lingua col trovatore di Monferrato, non rispose; ma al piglio con cui si fece a cavare la sua pesante spada dal fodero, era agevole argomentare che la rabbia tendesse i nervi del gigante.
E fu uno scoppio universale di risa, un nembo d'arguzie, una gazzarra di festosi motteggi, quando venne fuori, da quelle pagine ingiallite dal tempo e rose dai tarli, la vera storia di Percivalle Doria, trovatore di Carlo d'Angiò, poco dianzi svisata, anzi rifatta di pianta, dall'amico di Aloise.
Giovanna era rimasta sovra pensieri, e non badava al senso riposto della sentenza del trovatore. I suoi grandi occhi di smeraldo erravano, senza guardare, lunghesso le tappezzerie di cuoio dorato che decoravano la parete.
La vostra vita si sprolunga innanzi a voi come sentiero di fiori; i vostri giorni numera il piacere: voi desio di ogni prode cavaliere; voi sospiro di ogni Trovatore, voi amore di tutti, non avete a temere le sciagure che travagliano la più parte della schiatta di Adamo.» «Pure io sono tale che ormai più nulla mi resta a temere fuorchè l'ira di Dio.»
Parola Del Giorno
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