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Aggiornato: 1 giugno 2025
Ma perché dentro a tuo voler t’adage, ecco qui Stazio; e io lui chiamo e prego che sia or sanator de le tue piage». «Se la veduta etterna li dislego», rispuose Stazio, «l
Ond'ei crollo` la fronte e disse: <<Come! volenci star di qua?>>; indi sorrise come al fanciul si fa ch'e` vinto al pome. Poi dentro al foco innanzi mi si mise, pregando Stazio che venisse retro, che pria per lunga strada ci divise. Si` com'fui dentro, in un bogliente vetro gittato mi sarei per rinfrescarmi, tant'era ivi lo 'ncendio sanza metro.
Si` tra le frasche non so chi diceva; per che Virgilio e Stazio e io, ristretti, oltre andavam dal lato che si leva. <<Ricordivi>>, dicea, <<d'i maladetti nei nuvoli formati, che, satolli, Teseo combatter co' doppi petti; e de li Ebrei ch'al ber si mostrar molli, per che no i volle Gedeon compagni, quando inver' Madian discese i colli>>.
Come anima gentil, che non fa scusa, ma fa sua voglia de la voglia altrui tosto che è per segno fuor dischiusa; così, poi che da essa preso fui, la bella donna mossesi, e a Stazio donnescamente disse: «Vien con lui». S’io avessi, lettor, più lungo spazio da scrivere, i’ pur cantere’ in parte lo dolce ber che mai non m’avria sazio;
col nome che piu` dura e piu` onora era io di la`>>, rispuose quello spirto, <<famoso assai, ma non con fede ancora. Tanto fu dolce mio vocale spirto, che, tolosano, a se' mi trasse Roma, dove mertai le tempie ornar di mirto. Stazio la gente ancor di la` mi noma: cantai di Tebe, e poi del grande Achille; ma caddi in via con la seconda soma.
col nome che piu` dura e piu` onora era io di la`>>, rispuose quello spirto, <<famoso assai, ma non con fede ancora. Tanto fu dolce mio vocale spirto, che, tolosano, a se' mi trasse Roma, dove mertai le tempie ornar di mirto. Stazio la gente ancor di la` mi noma: cantai di Tebe, e poi del grande Achille; ma caddi in via con la seconda soma.
Ma dimmi, e come amico mi perdona se troppa sicurta` m'allarga il freno, e come amico omai meco ragiona: come pote' trovar dentro al tuo seno loco avarizia, tra cotanto senno di quanto per tua cura fosti pieno?>>. Queste parole Stazio mover fenno un poco a riso pria; poscia rispuose: <<Ogne tuo dir d'amor m'e` caro cenno.
Ond'ei crollo` la fronte e disse: <<Come! volenci star di qua?>>; indi sorrise come al fanciul si fa ch'e` vinto al pome. Poi dentro al foco innanzi mi si mise, pregando Stazio che venisse retro, che pria per lunga strada ci divise. Si` com'fui dentro, in un bogliente vetro gittato mi sarei per rinfrescarmi, tant'era ivi lo 'ncendio sanza metro.
Come anima gentil, che non fa scusa, ma fa sua voglia de la voglia altrui tosto che e` per segno fuor dischiusa; cosi`, poi che da essa preso fui, la bella donna mossesi, e a Stazio donnescamente disse: <<Vien con lui>>. S'io avessi, lettor, piu` lungo spazio da scrivere, i' pur cantere' in parte lo dolce ber che mai non m'avria sazio;
La storia di Amfiarao è riportata da Stazio nel 7-8 libro. Il maggior numero de' codici offre la lezione materiale. Volendola sostenere sarebbe da immaginare ch'egli contrapponga alla forma poetica della sua Divisione e ad altre sue dichiarazioni in versi del Poema le sue Chiose scritte in prosa materiale.
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