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La marchesa D'Arcore, le altre signore, gli amici, tutti lo udirono nella villa e accorsero spaventati in cerca della Baby: il picco della quercia era deserto. Baby! Baby! gridò la marchesa pallida tremante. Contessina Baby!

Accetto l'augurio! dice Ugo, inconscio di ciò che lo aspetti, e si leva: svoltando dietro la cappella con troppa furia poco sta che non ischiacci la bambina: ed ecco trova raccosciati sulla roccia consacrata un uomo e una donna. Sono vivi? sono morti? Che fanno?... L'aria è buia. Chi siete?-domanda Ugo. I due sobbalzano spaventati, lo guardano, poi sembrano rassicurarsi, piangendo. Chi siete?

No, non occorre! esclamarono tutti gli altri spaventati, tranne il d'Eleda, che quella sera si mostrava abbattuto assai. Lasciate fare, lasciate fare: rispose il Frascolini coll'aria seccata. Egli mostrava un gran sussiego, proprio come se nel suo Omnibus portasse a spasso l'Europa.

Spaventati, presi dinanzi e alle spalle, i beduini perdettero la testa e si diedero alla fuga per le stanze e precipitandosi dalle finestre si salvarono nelle foreste del Bahr-el-Abiad. Dieci minuti dopo Fathma, Omar, Daùd e i suoi barcaiuoli abbandonavano la villa e s'imbarcavano sui canotti, salendo la corrente del Nilo Bianco. CAPITOLO VI. La Dahabiad di Notis.

C'è un uomo sulla strada con due cavalli spaventati, capite? replicò la contessa, cambiando il conte in un uomo nella speranza di commuovere le viscere di questo suo simile. Poi, pensando che la Cascina Torretta poteva appartenere a un essere ragionevole, soggiunse: Voi di chi siete? Sem dal Rostagn, el deputato...

La mattina levatosi pallido, disfatto, con gli occhi spaventati, scese per pagare l'albergatore: appena ebbe posto il piede nella stanza, che su la porta di strada comparve un uomo avvolto nel mantello, al quale l'albergatore prestamente indirizzò la parola dicendo: «Che Dio vi dia buon giorno, Maestro Lippo; a quel che me ne pare, voi avete corso tutta la notte; che nuove ci portate d'insù

La guardai in volto tacendo, e mi parve grave e severa. Camminavo in silenzio dopo qualche istante, quando un magnifico falco attraversando la valle ci passò rapidamente davanti gli occhi, penetrando nel bosco vicino, dal quale dopo uno stormire di fronde s'intese un confuso cinguettìo, e si videro uscire alcuni uccelletti spaventati. Un bel falco!... dissi io.

Accendo un lume, prendo un libro. Mentre sto per chiudere la finestra, un lontano rumore mi colpisce. Parmi d'aver inteso un grido, un altro; poi silenzio. Che succede all'altro capo dell'abitato? Segue un confuso vocìo. Passano alcuni minuti di quiete profonda, un cane abbaia e mugola. Due contadini si avvicinano a passo a passo. Parlano fra loro a monosillabi, sembrano commossi, spaventati.