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Con sorpresa mista ad indignazione i lavoratori appresero dal Sindaco che il sottoprefetto in data 18 luglio gli aveva scritto non poter consentire alla domanda «perchè vigendo tuttora l'editto del R. Commissario straordinario per la Sicilia, che sospende il diritto di riunione e di associazione, non potevasi autorizzare la riunione dei socî della cooperativa...»

Un partito conservatore, saviamente conservatore, è anche necessario come forza d'equilibrio, in uno stato bene congegnato. Tutto è equilibrio, in politica come in meccanica. Ed io non tralascerò di dirlo in Senato. Come? gridò il signor Prospero. In Senato? E quando? Quando ci andrò; rispose il sottoprefetto, abbassando le ali della sua ambizione. Ma torniamo a noi.

La moglie del sottoprefetto sta, naturalmente, a letto e il marito, ansioso, assiste alla visita del medico. Dopo i soliti preliminari, il dottore dice: Non sar

Ma infine, non mi è sembrato che odiassero tutti, poichè mi hanno ricevuto benissimo, senza sapere chi fossi, e mi hanno lasciato andare via senza domandarmelo affatto. Essi, notò il sottoprefetto, non odiano che il sesso gentile. Oh brutti! esclamò la signora Morselli, con un gesto di orrore.

Tutte queste minuzie, che io vi descrivo, non istette ad osservarle partitamente il sottoprefetto di Castelnuovo Bedonia; le colse come a dire in un fascio, e, senza pure volerlo, paragonò quel tipo di maschia bellezza con la faccia dilavata e sciocca del duca di Francavilla.

Quella sera, ad uno ad uno, spulezzarono tutti i convitati due ore prima del solito. Non si ballava e la partenza anticipata aveva la sua scusa. Ultimo rimase nel salotto il signor duca di Francavilla. Il sottoprefetto, anzi che doversi sorbire cinque minuti di conversazione con lui, in quella circostanza, avrebbe voluto essere dieci palmi sotterra.

Come Dio volle, il sottoprefetto di Castelnuovo Bedonia se ne andò, accompagnato dai due "satelliti del potere". Si stropicciava le mani, il degno personaggio, passando il ponte dell'eremo. Gli auspici sono favorevoli; diceva egli tra .

Speriamolo; disse il signor Prospero, accompagnando la frase con un sospiro tanto fatto; ma l'avverto che è molto bizzarra. Si figuri che uscita appena di collegio, voleva andare al polo! Al polo artico? Artico, od antartico, non so; ma il fatto sta che m'è scappata fuori con questa idea, pescata non so dove. Forse in un trattato di geografia; notò giudiziosamente il sottoprefetto. Può darsi.

Il sottoprefetto di Castelnuovo non ci vedeva più lume. Oh, devo saperlo! borbottava. Lo saprò, dovesse costarmi.... È un'azionaccia che mi fa il signor Prospero. Ma è possibile? No, non può essere, qui c'è di sicuro un equivoco. Ah sciocco petulante! Asino calzato e vestito! T'hanno a far commendatore! Te lo darò io, il collare!

Che forse crederebbe Lei che qui si tendessero trappole alle ragazze con dote? Il sottoprefetto balzò in piedi con aria tra scandalizzata e mortificata.