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Aggiornato: 1 giugno 2025
«Non aver tema», disse il mio segnore; «fatti sicur, ché noi semo a buon punto; non stringer, ma rallarga ogne vigore. Tu se’ omai al purgatorio giunto: vedi l
<<Non aver tema>>, disse il mio segnore; <<fatti sicur, che' noi semo a buon punto; non stringer, ma rallarga ogne vigore. Tu se' omai al purgatorio giunto: vedi la` il balzo che 'l chiude dintorno; vedi l'entrata la` 've par digiunto. Dianzi, ne l'alba che procede al giorno, quando l'anima tua dentro dormia, sovra li fiori ond'e` la` giu` addorno
Veramente a cosi` alto sospetto non ti fermar, se quella nol ti dice che lume fia tra 'l vero e lo 'ntelletto. Non so se 'ntendi: io dico di Beatrice; tu la vedrai di sopra, in su la vetta di questo monte, ridere e felice>>. E io: <<Segnore, andiamo a maggior fretta, che' gia` non m'affatico come dianzi, e vedi omai che 'l poggio l'ombra getta>>.
Non so se ’ntendi: io dico di Beatrice; tu la vedrai di sopra, in su la vetta di questo monte, ridere e felice». E io: «Segnore, andiamo a maggior fretta, ché gi
<<Dimmi, maestro mio, dimmi, segnore>>, comincia' io per voler esser certo di quella fede che vince ogne errore: <<uscicci mai alcuno, o per suo merto o per altrui, che poi fosse beato?>>. E quei che 'ntese il mio parlar coverto, rispuose: <<Io era nuovo in questo stato, quando ci vidi venire un possente, con segno di vittoria coronato.
La mia letizia mi ti tien celato che mi raggia dintorno e mi nasconde quasi animal di sua seta fasciato. Assai m’amasti, e avesti ben onde; che s’io fossi giù stato, io ti mostrava di mio amor più oltre che le fronde. Quella sinistra riva che si lava di Rodano poi ch’è misto con Sorga, per suo segnore a tempo m’aspettava,
Tu m'hai con disiderio il cor disposto si` al venir con le parole tue, ch'i' son tornato nel primo proposto. Or va, ch'un sol volere e` d'ambedue: tu duca, tu segnore, e tu maestro>>. Cosi` li dissi; e poi che mosso fue, intrai per lo cammino alto e silvestro. Inferno: Canto III Per me si va ne la citta` dolente, per me si va ne l'etterno dolore, per me si va tra la perduta gente.
«Non aver tema», disse il mio segnore; «fatti sicur, ché noi semo a buon punto; non stringer, ma rallarga ogne vigore. Tu se’ omai al purgatorio giunto: vedi l
E io: <<Tanto m'e` bel, quanto a te piace: tu se' segnore, e sai ch'i' non mi parto dal tuo volere, e sai quel che si tace>>. Allor venimmo in su l'argine quarto: volgemmo e discendemmo a mano stanca la` giu` nel fondo foracchiato e arto. Lo buon maestro ancor de la sua anca non mi dipuose, si` mi giunse al rotto di quel che si piangeva con la zanca.
La mia letizia mi ti tien celato che mi raggia dintorno e mi nasconde quasi animal di sua seta fasciato. Assai m'amasti, e avesti ben onde; che s'io fossi giu` stato, io ti mostrava di mio amor piu` oltre che le fronde. Quella sinistra riva che si lava di Rodano poi ch'e` misto con Sorga, per suo segnore a tempo m'aspettava,
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