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Aggiornato: 31 maggio 2025
Uno per uno non fa male a nessuno, ripetevano con ilarit
Che i sudditi lo amassero glielo ripetevano cagnotti, ambasciatori e poeti: quanto egli sel credesse potevasi argomentare dal giaco di maglia che mai non deponeva, dalle raddoppiate guardie, e da due enormi alani, che, come i soli non capaci di desiderare miglioramento nè libert
Fattisi dunque tutti vicini ad esso, chi lo chiamava, chi lo urtava coi piedi, chi lo punzecchiava colla mazza o colla spada, e rinforzando le risa, gli ripetevano: Ohe! sta su! Che? ti sei addormentato? Lazzaro, vien fuori» gli gridava l'arcivescovo; e Forestino soggiungeva: Gua' come imita bene il morto». Il fatto però stava che egli era morto davvero: lo spavento lo aveva accoppato.
Appena fu sola, la prese una delle sue nausee violente, ed ella dovè portarsi il fazzoletto alla bocca... Ahimè, quei sintomi che si ripetevano ostinatamente, uniti ad altri indizi non dubbi, quasi rendevano superfluo il consulto. Che male poteva essere il suo, se non era il male che tante spose invocano come pegno di gioie soavi e ineffabili?
Siccome il tempo era limitato, le lezioni si ripetevano ogni giorno, benchè, a dir vero, quell'esercizio violento, al quale non era abituata, stancasse non poco la Duchessa. Quando scendeva di sella, a mala pena si reggeva in piedi, e bene spesso, per uscir dal maneggio, doveva appoggiarsi al braccio di Drollino.
Cosa ci hanno a fare gli Scaligeri ed i Veronesi con noi? Noi si vuole il biscione, e Sant'Ambrogio» gridavano zelanti patrioti. E Viva il biscione, Viva Sant'Ambrogio» ripetevano molti altri: il qual grido dai fautori del principe veniva interpretato per un'espressione di popolare consentimento all'atto che si stava per eseguire.
Allora sí, allora sotto il raggio della luna danzarono a tondo a tondo le larve; ed intrecciando il ballo della catena, con feroci urli ripetevano questa nenia: Abbi pazienza, pazienza, s'anche il cuore ti scoppia. Con Dio no, con Dio non venir a contesa. Eccoti sciolta dal corpo... Iddio usi all'anima misericordia!
Per l'arditezza dei sentimenti levaron grido, e mentre alcuni se ne ripetevano imparati a memoria, pochi giorni appresso comparvero stampati colla intitolazione: Versi di Timone Cimbro a Cicognara.
E dopo quei pochi giorni di riposo, di tregua, sole nel gabinetto della principessa, se lo ripetevano. Gabriella dava loro pochissimo imbarazzo. Stava nella sua stanza non meno volentieri di quanto esse ve la lasciassero. Non ne esciva che per il pranzo e la cena, e per recarsi la mattina in chiesa accompagnata da una camerista.
E ripetevano di tratto in tratto come per intercalare: Giovine bella, luce del mio cuore. E a un tempo su questo canto s’intrecciavano lievi danze.
Parola Del Giorno
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