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Aggiornato: 25 maggio 2025
Ritrarsi; e come Trasea escì, ravvolta la testa nel manto, da un senato corrotto e tremante, allontanarsi da una terra dimentica dei principii e condannata a rovina: ricalcare le vie dell'esilio e dall'esiglio tenere levata in alto la bandiera repubblicana: non guardare a tempi nè ad uomini e dir tutta la verit
Eccoci dunque un'altra volta, come nel 1893, dopo lunga e ostinata lotta, suonati in piena regola dal nostro implacabile avversario. Non ci rimaneva che riprendere, e senza indugio, la via della discesa, non breve nè facile. Quanto sia piacevole il ricalcare la medesima, in simili casi, è noto: pure, come Dio volle, a furia di bestemmie fra le più saracene che si possa immaginare, giungemmo anche a capo di questa, e verso le 18, proprio in buon punto, eravamo di nuovo al piede delle roccie. L
La decisione si avvicinava. Nel giugno la rivolta operaia esplose nella lotta sociale più formidabile, che sia avvenuta nella storia moderna dopo la guerra dei contadini in Germania. Di rado i figli di un popolo si sono battuti con pari furore; e siamo in grado di argomentare quale fosse la ferocia dell'urto, se anche oggi dalla bocca di francesi intelligenti apprendiamo spesso giudizi iniquamente duri sul carattere sincero di Cavaignac. Il borghese si batteva pei suoi averi, l'operaio intendeva di godere integralmente il prezzo della vittoria della rivolta di febbraio, stata tutta opera sua; ma il soldato bramava soprattutto da lungo tempo di vendicare l'onore mortificato della divisa. L'esercito, compiuto nei giorni di febbraio il suo obbligo, aveva abbandonata senza troppa esitazione la pacifica monarchia borghese; sperava dalla repubblica un tempo di vittorie, si aspettava, quando l'Italia si sollevò, di ricalcare un'altra volta la «via sacra» di Montenotte e di Lodi. Ma la primavera dei popoli, in luogo di allori, gli portò solo tormento ed umiliazione. Gi
Non vi è tempra che resista all'urto incessante delle delusioni. Gustavo Modena si lasciò vincere da una cupa misantropia. Associato alle trame segrete dei mazziniani, compromesso in ogni cospirazione, egli disperò forse in cuor suo di veder mai realizzarsi le splendide utopie del partito. Visse lunghi mesi in ozio sdegnoso, prostrato da un malessere morale che allarmava la moglie e gli amici. Quando gli avveniva di ricalcare la scena, le entusiastiche ovazioni e gli astiosi insuccessi non valevano a scuoterlo dalla profonda apatia. Qualche cosa dell'artista era morto in lui; più volte, a met
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