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Aggiornato: 10 giugno 2025
E io ch'avea d'error la testa cinta, dissi: <<Maestro, che e` quel ch'i' odo? e che gent'e` che par nel duol si` vinta?>>. Ed elli a me: <<Questo misero modo tegnon l'anime triste di coloro che visser sanza 'nfamia e sanza lodo. Mischiate sono a quel cattivo coro de li angeli che non furon ribelli ne' fur fedeli a Dio, ma per se' fuoro.
Dove sei, vieni da me, dalla tua Fathma che tanto ti amò, vieni fra le mie braccia... Prigioniero!... M'hanno detto che tu sei caduto prigioniero!... No, non è possibile, non è vero... mi hanno ingannato... ma perchè non vieni, ah! è adunque vero, i ribelli ti hanno preso, ti hanno condotto via... Maledetto sia il Mahdi!...
In carne e in ossa, amico mio, rispose il capitano. Che vuoi da me? Che m'accompagni alle foreste del Bahr-el-Abiad per far ritornare quella compagnia di basci-bozuk, che abbiamo lasciato in un zeribak. Sono stati segnalati dei ribelli, e non vorrei che quei poveri diavoli venissero qualche notte massacrati. Ah!... Sono con te, Hassarn.
E molti ribelli pagarono colla vita il loro nobile slancio su quel ponte fatale, tanto più che nella sublimit
Oh! io voglio rivederlo, dovessi arrischiare la mia vita mille e mille volte, dovessi passare in mezzo a centomila ribelli. Sar
Giace Campobasso in una dolce vallea cinta di poggi e di domestiche collinette floride di vigneti, le quali stranamente contrastano colle rupi del selvaggio Appennino varcate allora allora. Al nostro ingresso nella piazza, dalla strada di Civita Nuova arrivava un centinaio di cafoni insorti, prigionieri di drappelli volanti dei volontari paesani, legati a due a due con corde ai polsi senza che la circolazione del sangue abbia messo in gran pensieri i legatori; un grosso cavo scorrente per lo lungo conservava in colonna le cinquanta coppie, e cafoni patrioti custodivano e conducevano i cafoni ribelli fra gli applausi della popolazione accorrente e accalcata, e li gettarono nelle carceri, stivate di gi
Il papa scelse un nuovo abate e lo mandò contro di lui con molte truppe, che solo dopo un difficile assedio riuscirono a sopraffare i ribelli. Questo stato di cose peggiorò durante l'esilio avignonese, e per molti anni l'abbazia rimase senza capo; quando poi un papa vi mandò un abate di Avignone, che col suo reggimento tirannico mise la disperazione così nei monaci come nei vassalli.
Fathma e Omar avevano distintamente udita la conversazione dei due ribelli. Spaventati avevano abbandonati i remi e si erano sdraiati sul ponte colle mani convulsivamente strette attorno ai fucili. Non muoverti, padrona, bisbigliò con voce tremante Omar. Non mi muoverò nemmeno se vengo ferita, rispose Fathma con voce ferma. Attento alle palle.
È una lettera circolare con disperata chiesta di danari, pe' tanti bisogni, e massime per la riparazione della flotta che nella vegnente primavera, con l'aiuto di Dio, passerebbe sopra i ribelli di Sicilia. Ibid., fog, 8. Docum. Saba Malaspina, cont., pag. 417, 418, 419. Anche Ricobaldo Ferrarese, in Muratori, R. I. S., tom. IX, pag. 142 e 252. Nic.
Nè ribelli, nè apostati; in queste parole si compendia la nostra condizione dell'oggi. Non possiamo andare d'una linea più in l
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