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Eppure tutti i critici l'assalirono. Ci dev'essere una cagione nascosta a codesto sdegno universale: non possiamo supporre che gli scrittori francesi abbiano così fattamente smarrito il senso dell'arte e la gentilezza loro abituale. La ragione ci pare d'intravvederla in un periodo dello stesso Prévost-Paradol verso la fine del suo articolo.

Dunque M. Prévost-Paradol erra due volte: la prima perché osserva con intenzione di biasimo l'esistenza d'una duplice azione nei Nos bons villageois, la seconda perché questa doppia azione non c'è. Se ci fosse, essa sarebbe, secondo noi, un indizio di più dell'eccezionale ingegno di Victorien Sardou. M. Prévost-Paradol chiama Nos bons villageois: "tissu d'invraiesemblances, suite d'incidents et d'actions qui sont autant de défis portés au sens commun". La tela di quest'ultima commedia di Sardou ha un carattere speciale che la distingue dalle tele di quasi tutte le altre commedie dello stesso autore, e questo carattere è la semplicit

Qui appunto sta il culmine della commedia. Qui sta l'arte, qui sta l'ispirazione di Victorien Sardou. Henri non può fare altro che fingere di rubare i diamanti, e basta notare una circostanza dimenticata da Prevost-Paradol per isgominare dalle fondamenta la sua critica. Henri non entra nel parco per Geneviève, ma per Pauline, non è l

Apprezziamo troppo l'importanza della politica per acconsentire quando la vediamo con paura spavalda nascondersi e mostrarsi in un articolo d'arte. Lo scritto di Prévost-Paradol è una cattiva azione giudicata dal punto di vista della critica, senz'essere una buona azione politicamente parlando. La stampa francese in questo affare dei Bons villageois ci ha mossi a sorpresa e a compianto.

Il Prévost-Paradol ha preso per un'intera commedia le scenette di genere del primo e del secondo atto, e qui sta l'inganno; egli non ha capito che quelle scenette erano il semplice fondo su cui s'aggiravano le linee dell'unica e vera commedia che s'intravvede al primo atto, che si rivede al secondo, che scoppia con tutta la sua forza al terzo, che freme ancora nel quarto e che nel quinto si scioglie in un dolce sorriso.

Ecco ancora Prévost-Paradol che vocifera, e chiama l'azione di Henri un rôle sans issue, ma appunto perché è un rôle sans issue, fuorché l'issue della finestra e della fuga, o l'issue dell'infamia, l'azione è grande e drammatica. Prévost-Paradol avrebbe preferito il duello fin dal terzo atto, e che vantaggio avrebbe avuto la commedia dal duello?

L'azione dei Bons villageois è una, unicissima, e dove mai Prévost-Paradol mi sa trovare in questa commedia materia per una seconda azione?