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L'aura che soffia verso tramontana, la vela in guisa in su la prora carca, ch'a mezzo giorno Astolfo non lontana vede Inghilterra, ove nel lito varca. Salta a cavallo, e in tal modo lo punge, ch'a Londra quella sera ancora giunge.

Ma un fischio lungo e rauco lo fece rivolgere: la prora del piroscafo spuntava dietro la fila dei legni all'

Tosto che ’l duca e io nel legno fui, segando se ne va l’antica prora de l’acqua più che non suol con altrui. Mentre noi corravam la morta gora, dinanzi mi si fece un pien di fango, e disse: «Chi se’ tu che vieni anzi ora?». E io a lui: «S’i’ vegno, non rimango; ma tu chi se’, che se’ fatto brutto?». Rispuose: «Vedi che son un che piango».

Avanti! comandò Rossi a' marinari; cacciate la prora nel lido. E vôlto a noi: Seduti, signori. Indi con forza, a mezza voce, ai primi: Voga, voga! Ed ecco la prora penetrar con violenza nella sabbia della riva.

ne' quantunque perdeo l'antica matre, valse a le guance nette di rugiada, che, lagrimando, non tornasser atre. <<Dante, perche' Virgilio se ne vada, non pianger anco, non pianger ancora; che' pianger ti conven per altra spada>>. Quasi ammiraglio che in poppa e in prora viene a veder la gente che ministra per li altri legni, e a ben far l'incora;

Noi ci allegrammo, e tosto torno` in pianto, che' de la nova terra un turbo nacque, e percosse del legno il primo canto. Tre volte il fe' girar con tutte l'acque; a la quarta levar la poppa in suso e la prora ire in giu`, com'altrui piacque, infin che 'l mar fu sovra noi richiuso>>. Inferno: Canto XXVII

E ancora una volta, all'ordine di: «Avanti, adagissimo» trasmesso in macchina dal comandante, parve che la nave traesse un profondo sospiro, e un fremito passò per le sue commessure, e un sordo fragore di acque sbattute annunziò che le eliche giravano. La «Siracusa» cominciò ad avanzarsi, mettendo la prora, per via di accostate, fra l'estremit

Prendere direzione I due palischermi erano stati strappati e portati via dal mare; delle murate, da poppa a prora, non esisteva più un sol pezzo e di quanti oggetti si trovavano sulla coperta, nulla vi era rimasto. Poco prima di giorno un maroso gigantesco come una montagna s'infranse sul trinchetto, lo sfondò e dié così agio alla bufera di continuare la sua opera di distruzione.

Damiano si era allontanato dal castello di prora, dove aveva avuto quella lunga ed aspra conversazione col suo concittadino ed amico. Ed anzi, veduto che l’almirante era sceso poc’anzi a terra, non volle rimanere a bordo neppur lui. Chiamata una delle tante piroghe di naturali, che si aggiravano sempre intorno alla caravella, ci saltò dentro e si fece trasportare alla riva. Quelli erano giorni di gran libert