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Aggiornato: 5 giugno 2025
A chi giova la prematura, incauta proclamazione? Al monarca che oggi servite?
Allora io dovrò essere una moglie come una di quelle che esistevano prima della proclamazione dei diritti della donna? Ecco, lei provi: e pensi che lo fa per suo bene e non per riguardo al marito: ma silenzio, assoluto silenzio. E come cura, moto, aria aperta, passeggiate in campagna, alla buona. Lei dice: Marx, mi conduci a spasso?
Per tutto quel giorno non si parlò d'altro che del Sultano. Aveva innamorato tutti. L'Ussi si provò cento volte a schizzarne la figura e buttò via la matita disperato. Lo proclamammo tutti il più bello e il più amabile di tutti i Monarchi maomettani; e perchè la proclamazione fosse veramente nazionale, ci piacque di sentire il parere anche del cuoco e dei due marinai.
Il primo sintomo delle tendenze reazionarie si ebbe colla proclamazione dello Stato d'assedio nelle citt
Uno dei supremi corpi dello Stato, infatti, la Corte dei Conti, da principio si rifiutò di registrare il decreto di proclamazione dello Stato di assedio in Sicilia; poi a sezioni unite lo registrò con riserva con questo scultorio motivato: «Considerato che il provvedimento eccezionale, com'è definito dallo stesso governo, determinato da ragione politica, esce dai confini della legge scritta, dalla quale non trae norma.»
Questo perfezionato allievo di Lojola diceva il vero, ma dimenticava una sola cosa: Curatolo venne arrestato dopo la proclamazione dello stato di assedio, quando dappertutto la calma rientrò senza arrestare le anime dei Fasci e solo perchè gl'ingenui contadini si convinsero, con quell'atto, che il governo riprovava le agitazioni e non le vedeva di buon occhio, come era generale credenza in seguito alla condotta tenuta dal Consigliere della Prefettura di Palermo mandato a Partinico.
Ed è da avvertire in proposito che le numerose assoluzioni dei membri dei Fasci, nel periodo precedente alla proclamazione dello Stato di assedio, che potrebbero invocarsi come una prova in contrario, perderono di efficacia perchè controbilanciate da altrettante condanne in casi perfettamente identici: sicchè le prime non servirono, che a rendere più evidente la ingiustizia delle seconde, la mancanza di un unico ed esatto criterio giuridico e il servilismo dei più.
Rese invece segnalati servizi al Governo Romano, perseguendo nel più rigido inverno l'ostinato malandrinaggio, tenendovi atterrita e rimpiattata la reazione, custodendo fino all'ultimo tratto quel territorio, aperto per tante vie alle insidie nemiche.... =Roma Proclamazione di Repubblica.=
Il 24 ottobre, a mezzogiorno, il generalo Zappi proclamò ufficialmente lo stato d'assedio per Roma e suo territorio, e il disarmo generale. La proclamazione aveva la data in bianco, prova che da molto tempo era preparata, e che non si osava pubblicarla. Era la prima sfida aperta dal governo papale al popolo romano, e ad essa fu data conveniente risposta.
Per insegnamento tradizionale noi sappiamo che questo uso deve la sua esistenza al pensiero di commemorare la seconda ascensione sul Sinai fatta da Mosè per prendere le seconde tavole della legge: importantissimo avvenimento che si vuole successo appunto il primo giorno del mese di Ellul. Forse non si ignora che le prime tavole della legge, che per ordine di Dio Mosè salì a prendere immediatamente dopo la proclamazione dei 10 comandamenti, furono da lui stesso spezzate in un istante di giustissima ed irrefrenabile ira, quando cioè disceso dal monte vide gli insani tripudii del popolo intorno al vitello d’oro fatto da Aronne. La tradizione crede adunque che prima di assentarsi di nuovo per quaranta giorni, Mosè edotto dalla esperienza della leggerezza ed incostanza del popolo abbia voluto rendernelo avvisato facendo suonare lo sciofar, e ridisceso il dieci di Tisrì, abbia consacrato quel giorno alla penitenza e al perdono, chiamandolo ìom achipurim (giorno dell’espiazione o del perdono). Secondo questa credenza la teki
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