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Aggiornato: 26 giugno 2025


"Così dunque, anzi che continuare, in una lotta ineguale senza frutto, io preferisco darmi per vinto. "Devo dirti qual donna io ami? Tu l'hai indovinato Clelia. "Non sorridere del mio orgoglio. Tutto ciò che tu potresti dirmi, me lo son detto io stesso.

Ed apre l'orecchia del sentimento del desiderio tuo, però che altrementi, se tu non vedessi, non potresti udire: cioè che l'anima, che non vede con l'occhio de l'intellecto suo ne l'obiecto della mia Veritá, non può udire cognoscere la mia veritá.

La voce di Drollino era orribile a udirsi: roca, sibilante, con un suono alterato, gutturale, come il congegno d'una macchina che, spazzata, stride sotto la mano di chi lo tenta. Il Duca dominò un brivido, e continuò: Forse, nevvero, vuoi parlarmi dell'accidente in cui la tua generosa audacia.... Sapresti.... potresti dirmi chi?... Si dice che sia stato un attentato. E tu sai...? Lo so!

«Da vero! Provami come potresti fare altramente, allora forse ti saprò grado del tuo perdono.» «Spesso» affermava il pellegrino, ficcando addosso a Rogiero certi occhi maligni quanto quelli della vipera, «una scintilla arse castelli e abbazie; spesso un verme guastò la più alta querce della montagna

Perchè, aggiunsi, tu parti così solo, così agitato, che i luoghi nuovi o vecchi, qualunque siano, saranno incapaci a svagarti.... Potresti ritardare, poi venire con me a Pallanza, e di l

Ancòra una pausa, ad ascoltare il silenzio susseguito; indi, Emilia procedette decisa: Io vorrei che per un istante dimenticassi noi e non vedessi che mia sorella ammalata. Potresti in coscienza abbandonarla senza cure, lasciarla vivere a capriccio?... Pensiamo a questo, Cesare!... Noi non saremmo felici....

Non potresti dirmi qualche cosa che mi affidasse che tu saprai davvero trascinarti dietro il giovinetto? A Nan

Potresti ben dire quattro parole, mi pare! Su che? non saprei. Su che, su che! si parla, ecco! Eh, non son mica il pappagallo della baronessa, io! Così tu lo fossi! è tanto carino!... Sa dire delle coserelle tanto graziose! Nel suo impeto d'entusiasmo per il pappagallo, la duchessa appoggiò la mano sul campanello a scatto e comparve tosto il domestico.

PELAMATTI. Tu potresti esser tesoriero del re, che non ti arei credito di un quadrino. PANURGO. Ancora non mi è stata fatta tanta ingiuria! PELAMATTI. Il maestro m'ave ordinato che consegni queste vesti al padrone, non che le butti via. In questa terra si fan delle burle: veggio ch'hai la febre quartana d'averle nelle mani. Ma io perdo qui le parole.

PANURGO. , , queste son desse. PELAMATTI. Ancor non l'hai viste, e dici: , . Se le volete, venite in bottega. PANURGO. Perché non me le dai tu qui? PELAMATTI. Non mi avete ciera di Facio. PANURGO. Hai tu visto mai Facio? PELAMATTI. Non io. PANURGO. Come dunque non ti ho ciera di Facio? Ma mirami bene, questa mia ciera non è tanto buona che ne potresti far candele?

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dell’esule

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