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Aggiornato: 30 aprile 2025


Penetrò il suo drappello un'abitazione ove era sola e abbandonata una fanciulla: piangeva la misera tremante e presaga di un triste avvenire, osava alzare gli occhi, osava raccomandarsi. Gi

Non osava confidare a Vicenzino le angoscie segrete che lo agitavano; si vedeva preso inesorabilmente nella fatale alternativa di essere un cattivo prete o un figlio crudele, troppo debole per accettare il sacrificio, troppo buono per liberarsene ad ogni costo.

Solamente il bimbo attrasse la sua attenzione; una attenzione curiosa e rispettosa, tenera e commossa, per cui non osava quasi di avvicinarsi alla culla, ed aspettava come un avvenimento straordinario il momento in cui avrebbe aperto le palpebre.

quando a un tratto gli parve di sentirsi chiamare per nome. Si fermò una prima volta dubbioso d'aver ben inteso. Un passo leggiero suonava accanto sulla terra asciutta del viale. Ezio... mormorò ancora la voce di prima un po' meno paurosa. E questa volta sentì nello spazio la presenza d'una persona che non osava appressarsi. Chi mi chiama? Son io, Ezio: io, Liana...

Ebbene? domandò, guardando il Lascaris. Ma egli non osava concludere; sedette, appoggiò le braccia alla tavola, si strinse la testa fra le mani, pensoso e freddo. Ebbene? ridisse Emilia. Che cosa dunque mi consigliate?... Ah, come si capisce, come si capisce che non avete affezioni! soggiunse amaramente.

Il principe degli Alberi veniva di rado assai al palazzo, perchè il duca, all'opposto del padre, non amava le visite. Era sempre in presenza di tutti che il giovane parlava a donna Maria, e per soggezione di don Francesco, si strano ed altiero, non osava farlo a lungo, in modo che accennasse al loro amore.

E la certezza di quell'amore tacito e misterioso, pericoloso e crudele, potè meglio d'ogni altro pensiero. Filippo stette un istante a fissar la folla in platea, la quale, ammirando la piccola amante non osava sospettare ch'ella conoscesse gi

La figura d'Emilia, durante questa brusca aringa, cambiava ad ogni momento; e, verso la fine, la sua confusione fu tale, che stava per ritirarsi. Valancourt, intanto, quasi imbarazzato quanto lei, non osava guardarla.

Ci era in lei un indistinto sentimento di pudore, quasi che l'amore le completasse e le rivelasse il segreto della vita: certo non osava guardarlo.

Dopo un paio di queste scene, Fortunata non osava più farsi vedere, ma d'altra parte ella non poteva pigliar sonno finchè non fosse sicura che suo marito era in casa. E le accadeva sovente, dopo spento il lume, di mettersi a sedere sul letto, col busto avviluppato in uno sciallo, con le orecchie tese, con gli occhi fissi nel buio.

Parola Del Giorno

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