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Terigi era cambiato di vestito, se il primo fu d'argento, questo è d'oro; tanta ricchezza ha intorno, è pulito, che pareva quel giorno il bucentoro; e sta sull'ale mezzo sbalordito cosí grassotto e rosso, e di pel foro, per ire ad accettare e a far gli onori sino alla scala a' suoi visitatori

Movete, o sante Dive, a i vostri onori, cinte le tempie d'odorati allori.

Or qual fosse 'l suo canto, a lei che desta ti tiene ognor a gli amorosi canti fa che 'l ritorni a dir rozza zampogna; e sia tale il tuo suon, che degno sia de materia maggior che di zampogne. Movete, o sante Dive, a i vostri onori, cinte le tempie d'odorati allori.

Gli erano non per tanto stati offerti onori, nobilt

Ma di un sommo poeta non si deggiono così ricercare le notizie della vita domestica, come quelle degli studj e degli onori per essi ottenuti. GABRIELLO CHIABRERA, uscito dagli anni della prima gioventù, e dalle istituzioni puerili, cominciò a praticare in Roma con Paolo Manuzio amico di Massimo suo fratello, e ascoltavalo ragionare: poi recandosi alla Sapienza, udiva leggere Marcantonio Mureto, ed ebbe con lui familiarit

Mio padre è stato qui... pochi momenti... ha dovuto poi uscir subito.... Alcuni signori e signore, venuti qui per veder il nostro paese, e a cui egli fa da due giorni gli onori di Napoli, l'hanno oggi invitato a pranzo.... Ma egli non può esser vostro padre, affermò l'Amoretti con tuono di voce molto severo. Che dite? esclamò Diana.

Questi, curioso impasto di virtù e di vizii, di grandezze e di buffonerie, lasciava disgocciolare l'imperatore nelle libidini ed in ogni maniera di brutali passioni, onde rassodarsi nel favore di lui e le cariche tornar venderecce, le provincie mettere a ruba, gli onori per tutti carpire, i poteri in tutti concentrare.

Movete, o sante Dive, a i vostri onori, cinte le tempie d'odorati allori. De' cieli d'uno in uno il re de' cieli donò loro il governo ad una ad una; e d'una in una a loro i nomi impose.

E di buon umore», ripigliava la Nena. E carico di onori e di ricchezze», aggiungeva Maso, il quale, pratico del mondo, sapeva in che consistano le sue felicit

L'aveveno da mette' sur carretto; Le perle, li rubini, li brillanti Li portaveno drento ar fazzoletto. E lui fu accòrto peggio d'un sovrano! Li re, l'imperatori, le regine, Te dico, le baciaveno le mano: Le feste nun aveveno mai fine. E da pertuttoquanto er monno sano, Fino ar fine dell'urtimo confine, Onori... feste... E dopo, piano piano Cominciorno li triboli e le spine.