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Aggiornato: 28 giugno 2025
Sempre di buon umore, eh! disse galantemente Nicodemo inchinandosi una seconda volta. Poscia il maggiordomo aggrottando ad un tratto le sopracciglia soggiunse in tuono severo: Ma adesso che ci penso, dimmi un poco, come mai io ti trovo qui fungendo le funzioni di portinaja mentre il tuo posto dovrebbe essere disopra, presso l'illustrissimo signor conte?
Sì, ma senti Lena mia, affari di matrimonio bisogna combinarli il più presto possibile altrimenti, sai bene, se devono andar per le lunghe il più delle volte vanno a monte. Dunque io sarei di parere di parlarci subito a Nicodemo e così alla buona fra di noi mettere insieme la bisogna. Che te ne pare? Sicuro, sarebbe ben fatto. Alla buon'ora. Dimmi adunque, Nicodemo è in casa? lo chiamo subito io.
Dunque tanto vale che lo facciamo subito, è quello che ho pensato anch'io. Ma non m'hai ancor detto chi sia? Lo sposo? Sì! Non l'indovini? Eppure lo conosci meglio di me. Veramente non saprei... È Nicodemo, il maggiordomo del nostro signor padrone che quando sapr
Io faceva pensiero di andarmene invisibile alle casse di certi pigoloni avaracci, a' quali non si trarrebbe un grosso delle mani con le tanaglie di Nicodemo, e quivi volevo fare un ripulisti di tal sorte che non rimanessi loro un marcio quatrino.
Voglio prender moglie ed avere dei figli; i figli somigliano sempre al padre; dunque è mio dovere propagare una razza che deve essere il lustro del paese.... sarò il decroteur d'Italia. Nicodemo aveva finito il suo monologo allorquando udì il rumore di alcuni passi sotto l'atrio della porta.
Scusate signore, osservò Nicodemo, non è la provvidenza, sono io che in riguardo alla intensa amicizia che da tanti anni mi lega con nodo dolcissimo al... Non bisogna perder tempo zio mio, interruppe Flavio, è necessario presentarsi subito ai tribunali e giacchè ne avete il diritto invocare un processo che vi restituisca l'onore così ingiustamente rapito.
Nicodemo apparteneva ad una miserabile famiglia di contadini, quantunque egli si vanti l'ultimo rampollo d'illustre casato ridotto al nulla da funesti avvenimenti politici. Giovinetto abbandonò il paese che lo vide nascere e sen venne a Milano in cerca d'una professione meno dura di quella che lo condannava a sudare sulla marra il pane quotidiano.
Nicodemo cessando la ragione del suo impiego doveva essere pur lui licenziato ma seppe così bene curvar la schiena che il conte se lo creò suo domestico. Anche in questo nuovo impiego Nicodemo diede prove di buona volont
Scorsero alcuni anni e moriva il vecchio maggiordomo e segretario del conte C *. Nicodemo cui la fortuna s'era incaricata del suo avvenire venne pregato d'assumerne le poche mansioni ed eccolo divenuto in una volta domestico, segretario, maggiordomo, intascandosi regolarmente ogni mese il triplice suo assegno.
E Marta, lanciata un'occhiatina amorosa al fidanzato, che lo fece andar in visibilio, ratta ascese lo scalone che doveva condurla negli appartamenti del conte. Nicodemo, riavutosi dal turbamento che gli aveva cacciato addosso la improvvisa chiamata del padrone, s'accorse ch'era solo nello stanzino dei portinai.
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