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Aggiornato: 8 giugno 2025
Invece, la voce di lui era un po' stanca. Senza dire altro, ella si levò e passò nella sua stanza a vestirsi. Occupavano un vasto appartamento mobiliato, in uno dei magnifici palazzi del Canal Grande, dirimpetto alla chiesa di San Giorgio: appartamento mobiliato con qualche traccia del lusso antico, a cui si mescolava tutta la confusione fra comoda ed elegante del lusso moderno. Ma le stanze erano tanto grandi che parevano vuote, sempre; le finestre, i balconi erano così piccoli che la luce vi entrava scarsamente, anche nelle più limpide giornate; e malgrado i fiori di cui Grazia riempiva tutte le stanze, tutti gli angoli, tutti i tavolini, i saloni non si rianimavano, restavano freddi e muti come se fosse impossibile farvi risuscitare anche una finzione di vita. Grazia e Ferrante stavano sempre insieme; spesso, lui, per discrezione, si ritirava nella sua camera, lasciava Grazia libera; ma dopo un poco, era preso da tale insoffribile malinconia, che cercava di lei, e la trovava così insoffribilmente malinconica, che si tendevano le mani, come se l'uno dovesse salvare l'altro. Quando erano insieme, certo, di fronte a quel paesaggio grandioso ma dormiente, in quell'ambiente di cose morte e di cose moribonde, fra quei colori che erano stati vivaci ed erano pallenti, fra quel silenzio grande di uomini e di fanciulli, certo, non avevano la grande giocondit
L'appartamento del demagogo, che possedeva uno dei più bei palagi, era magnificamente mobiliato con un lusso quasi orientale. Nel piano superiore era il quartiere domestico; nell'inferiore, che di molte sale si componeva, si trovava il suo segreto gabinetto: una quantit
La vecchia allora riprese il soggetto del suo dolore: «Questo salotto era, al tempo della signora, la più bella stanza del castello. Era mobiliato all'ultimo gusto. Tutti questi mobili vennero da Parigi; quei grandi specchi sono di Venezia. Questi arazzi erano in ispecie ammirati da tutti; rappresentano essi un'istoria che si trova in un libro, di cui ora non mi ricordo il nome.»
Questo secondo salotto era pieno di gente, la maggior parte amici di casa. Era un salotto di grandezza media, piuttosto basso, tappezzato di rosso, mobiliato signorilmente, senza pompa. Da una parte c'eran quattro sof
Aveva comperato a Londra un piccolo bastimento, l'aveva mobiliato come una casa, ci aveva installato la moglie e i figliuoli, e navigava così per conto proprio in cerca di vedute.
E giacchè, secondo la teorica di Grigoni, il piacere era qualcosa di amorfo a cui la nostra immaginazione doveva dar forma, volevo foggiarmelo in guisa che anche quella bassissima cosa riuscisse, sì, una bassa opera d'arte, ma creazione vissuta, in azione. Nel delizioso quartierino che avevo mobiliato per la Savina, questa bella, umile e quasi sentimentale creatura, si trovava come sperduta.
Parola Del Giorno
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