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Aggiornato: 6 giugno 2025
Sempre ci siamo. Mi pigliate a colazione? ma sans-gêne; due uova, due fette di salame e un caffè nero. Vedremo di leggere insieme qualche pagina di questo malaugurato scarabocchio. Va bene: alle nove? Alle nove. Addio, Flora...
Dopo una ventina di minuti, vedevamo sorgere a destra la torre quadrata del malaugurato edificio nel quale dovevamo passare tanto tempo. Svoltammo il ponte, passammo tra mezzo alla folla, infilammo il viottolo tortuoso a sinistra e, dopo pochi passi, ci trovammo alla porta del reclusorio di Finalborgo.
Non importa; venite qua! Mastro Pasquale ci andò come la biscia all'incanto. Teneva gli occhi bassi, ma non tanto che non gli fosse dato vedere il malaugurato biglietto tra le dita della badessa. Ho capito; disse tra sè, ci siamo! E armatosi di coraggio, quanto più gli venne fatto tirarne su dai precordii, sollevò la fronte a guardare l'eccellentissimo tribunale.
Egli trovava il Bello nella sua scala, e questo era segno che l'amico non lo aveva punto dimenticato. Il vino gli aveva fatto uscir di mente il luogo del ritrovo: ma che perciò? Quel liquido malaugurato aveva pure impedito a lui di trovare la corda del campanello! Avete ragione; diss'egli adunque. Ritorno infatti dal luogo che mi diceste ier sera. Perdonatemi ora, se ho pensato un po' male di voi.
Pazienza per me, che sono sua figlia; diss'ella. Ma contro i diritti di Filippo! È orribile, sai? Son pazza.... pazza io, perchè amo! Così avess'egli veramente amata mia madre, che non vedrei sul trono di Aragona la sua Germana di Foix! Ed è della sua cancelleria, lo scritto; soggiunse, guardando ancora il foglio malaugurato.
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