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Aggiornato: 1 giugno 2025
Quantunque io sia peccatorello indegno, peggior d'ogni altro e pieno di magagna, non mi stancherò mai d'usar l'ingegno per discoprir l'interno alla castagna; e vi porrò sotto agli occhi in disegno i cristian da cittade e da campagna che fûro al tempo del re Carlo Mano: voi gl'imitate, se vi sembra sano.
Se qualchedun si sentía male a' denti o tosse o doglia o qualche altra magagna, tosto diceva: Ecco il frutto de' venti e delle piogge della tal campagna. Pur nondimen mangiava ognun per venti, beveva vin da Scopolo e di Spagna, dormiva sodo e tenea concubine, a' passati disordin medicine.
Il vizio ne' maggiori è una magagna, che ne' maggiori sol non sta rinchiusa, ma ne' minor si dilata e accompagna, e ognun adduce esempi ed ha sua scusa. Passa dalla cittade alla campagna, e sin nelle caverne alla fin s'usa; però i vizi de' stolti paladini s'eran diffusi ancor nei contadini.
Ma distendi oggimai in qua la mano; aprimi li occhi». E io non gliel’ apersi; e cortesia fu lui esser villano. Ahi Genovesi, uomini diversi d’ogne costume e pien d’ogne magagna, perché non siete voi del mondo spersi? Ché col peggiore spirto di Romagna trovai di voi un tal, che per sua opra in anima in Cocito gi
Lo mio maestro e io soli amendue suso andavamo; e io pensai, andando, prode acquistar ne le parole sue; e dirizza’mi a lui sì dimandando: «Che volse dir lo spirto di Romagna, e ‘divieto’ e ‘consorte’ menzionando?». Per ch’elli a me: «Di sua maggior magagna conosce il danno; e però non s’ammiri se ne riprende perché men si piagna.
Parola Del Giorno
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