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Aggiornato: 13 settembre 2025
I Visconti a Milano, come gli altri signorotti, davano favore al commercio e all'industria; ma procuravano stornare il popolo dalle armi, conoscendo quale salvaguardia siano dei diritti in mano del popolo; e Luchino, col pretesto di alleviarli d'un peso, aveva dispensati i cittadini dalla milizia; sicchè godevano un riposo da gran tempo ignorato, senza accorgersi come ne patissero i diritti civili, sino ai quali la considerazione del popolo di rado s'innalza, o non mai.
Andava in quel mezzo ognora più in basso la fortuna dei Visconti, guerreggiati da Lodovico il Bavaro imperatore, il quale era sostenuto dai molti nemici che si erano procacciati, e da Versuzio Lando che non mai desistette dal combattere contro di essi; tanto che Galeazzo, Luchino, Giovanni e Azone finirono coll'essere chiusi nelle orribili prigioni di Monza, dette i Forni, ove stentarono dal 5 luglio del 1327 fino al 25 marzo del seguente.
In un cerchio di otto o dieci ascoltatori stavano Polo e Luchino, affannati a render conto a quegli amici dei moti preparati e delle fila tese e annodate.
Io non vi enumererò i diversi errori, a cui trasse i Pisani la funesta amicizia del tiranno, bastandomi dirvi che Luchino osò chiedere di potere, nelle loro acque, appostare il naviglio che riconduceva il Pusterla, col pretesto che questi fosse un suo gran nemico, un insidiatore della pubblica quiete; il quale veniva a muovergli incontro una maledetta trama.
Ebbene, Dio li salvi se sono giusti (parlava Luchino). Quanto a me, per non sembrare mosso da particolari affetti li sottoposi a giudici indipendenti, e secondo parr
I nuovi tenevano a gran calcolo l'onore fatto ad essi dal Visconti col trasceglierli a riconoscere la rettitudine del suo procedere; e poichè ognuno crede sè medesimo probo e generoso, persuadevansi che egli, coll'elegger loro, avesse dato prova di giustizia, e quindi, senza quasi accorgersi, pendeano a non mostrare ingratitudine a Luchino col contrariarne i disegni.
Luchino, come tutti solevano nei casi più dubbj e rilevanti, aveva interrogato Andalone nientemeno che sopra un problema, a cui attendono da secoli migliaja di persone... cioè se fosse possibile congiungere l'Italia sotto un solo signore, e se egli potrebbe essere quel fortunato.
Il vivere (rispondeva Ramengo) dell'inferno e di ogni paese in servitù. Luchino ogni giorno più imbaldisce, perchè vede che le alre citt
A fargli ancora più rincrescere la stanza d'Avignone sopravvenne un cambiamento di politica rispetto ai Visconti. Luchino e Giovanni sentirono la necessit
La giustizia d'allora, ignara dei pigri avvolgimenti moderni, anzi più spacciativa che nol comportasse la sicurezza dell'innocente, non avrebbe lasciato languire Margherita sì a lungo nell'aspettazione di un processo, quando non fosse stato una mira particolare di Luchino, che voleva punirla della virtù, trarla forse agli indegni suoi propositi, o giungere per suo mezzo ad avere in mano anche il Pusterla. Però un giorno, tornando d'aver corso lo sparviero, rientrava il Visconti dalla porta Romana: leste le guardie, dando fiato al corno, calarono il ponte levatojo: si disposero in ala di qua e di l
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