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Le avete celate. Ebbene, fino a che non le si saranno trovate, io ho il diritto di proclamare ciò che la mia coscienza mi detta con alta fierezza: mi calunniano! Voi avete detto all'arciprete di Lauria: Monsignor Laudisio è una spia, ma non passer

Don Diego Spano si era recato a Napoli. Monsignor Laudisio aveva annunziato quest'arrivo al ministro della polizia con un rapporto particolare, il quale si riassumeva in questi termini: «Uomo pericoloso, ateo, ex-carbonaro, mazziniano, capace di tutto, uno dei capi della Giovane Italia. Da sorvegliare, da comperare se può esser utile, da neutralizzare ad ogni costo.

Il cielo non ha un cherubino più puro e più bello di Bambina. Monsignor Laudisio aveva appoggiato il suo cubito sul braccio del seggiolone, il suo mento nella mano, ed ascoltava attentamente il prete, esaminando l'espressione illuminata di quella figura. Un'aria sarcastica svolazzava sul volto del vescovo.

Come il vescovo di Policastro accudiva il suo ovile. Monsignore Laudisio era un vescovo secondo il cuore del re. Egli si preoccupava mediocremente di esserlo secondo lo spirito di Dio. Lo si era innalzato a quel posto per dargli una ricompensa.

Di guisa che, uscendo, S. E. l'accompagnò fino all'anticamera, cosa inaudita! Per un caso bizzarro, monsignor Laudisio aspettava nel salone l'udienza del ministro. Gli sguardi dei due vescovi s'incrociarono.

Egli esercitava le funzioni apparenti di vescovo; le funzioni intime di alto commissario di polizia della provincia. Monsignore Laudisio corrispondeva poco punto col papa e col ministro del culto; quasi tutti i giorni col ministro della polizia. Egli aveva aperto, oltre a ciò, un grande ufficio di collocamento di sudditi fedeli al trono ed all'altare.

Tale era l'uomo che aveva fatto chiamare Don Diego Spani. Don Diego si trovò al palazzo vescovile all'ora indicata. Monsignor Laudisio, da uomo che ha dell'ordine ed una buona memoria, era esatto.

Monsignor Laudisio aveva denunziato parecchie migliaia di carbonari, snidati al confessionale nel tempo delle sue missioni evangeliche, quando era monaco nella congregazione di San Alfonso de Liguori. Lo si era installato come vescovo in una provincia, in una diocesi, le più infette di liberalismo, il Cilento, ed egli dominava nel vescovato di Policastro e Lauria.

Quest'uomo è pericoloso, mormorò monsignore scrivendo la lettera. Dieci minuti dopo chiamava Don Diego, che si mise in ginocchio e fece sembiante di confessarsi male o bene. Monsignore non l'interruppe punto ed ascoltò. Quando Don Diego ebbe cessato di parlare, monsignor Laudisio dimandò: Hai finito, figliuolo? , monsignore. Tu non obblii nulla? Nulla.

La controrivoluzione aveva per capo il conte di Altamura, evaso di prigione e residente ora alla Corte sotto il nome di cavaliere Spada. La regina Teresa inspirava questo partito di cui facevano parte monsignor Cocle, monsignor Laudisio, mons.