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Aggiornato: 27 giugno 2025
Poi, quando si trovò solo, nella sua grande casa, dove nessuno l'attendeva, dove avrebbe finito nella solitudine la sua vita, egli pensò alla ragione che aveva avuto di guardarsi sempre dagli affetti: quindi ebbe quasi un sentimento di rimorso pensando che l'unica volta in cui solamente per pochi momenti s'era lasciato smuovere da questa sua antica convinzione, era stato per il matrimonio del suo amico con Loreta Lambertenghi.
Qual nome? domandò subito il professore. Loreta Lambertenghi. Loreta! esclamò la signora Chiara con grande sorpresa. Loreta, la figlia di Prospero Lambertenghi! Sì, la figlia di Prospero Lambertenghi e della povera Cannila Sant'Angelo. Ah! è stata ben fortunata la povera Camilla di morir così presto per non vedere il triste destino riserbato alla sua creatura! Ma dunque il Lambertenghi?
Quella notte la Lambertenghi dormì di un sonno irrequieto, nel quale più volte le apparve, così come la vecchia contadina l'aveva descritta, la immagine torva e melanconica del gentiluomo suicida. I primi mesi dell'estate passarono bene. Fu verso il settembre che un fatto penoso venne a turbare la pacifica vita della famiglia Sant'Angelo.
Così fu specialmente in un giorno memorabile, al principio di aprile, nell'occasione di una gita, che la signora Chiara aveva progettato da molto tempo di fare in unione alla Lambertenghi, e che sempre si era dovuto rimandare o per la stagione poco propizia, o per la salute malsicura della signora.
Fra Bianca e Loreta Lambertenghi la simpatia nacque di primo impulso vicendevole e sincera. In quella giovane seria, che veniva a lei gi
Che vuoi ch'io dica? Penso che, dopo tutto, quella lì è sangue nostro. È la nipote di tuo padre. Che se anche infine il Lambertenghi, che Dio lo riposi, è stato un cattivo soggetto, non è poi giusto che la figlia di lui, che non ne ha colpa nè peccato, debba soffrire a questo modo....
La notizia del matrimonio di Mattia Sant'Angelo con sua cugina Loreta Lambertenghi si diffuse rapidamente nel paese. Agli amici veri e provati e Mattia ne aveva certo di molti essa giunse oltremodo gradita. "Era tempo (dicevano i più) che quel benedetto professore provvedesse ai casi suoi. Dopo la morte di sua madre faceva piet
È una storia assai lugubre! disse Loreta Lambertenghi quando il professore ebbe finito. Un fatto diverso, come se ne leggono cento ogni giorno! aggiunse con un risolino ironico il conte Leonardo. Un fatto commovente ad ogni modo; questo me lo concederete. Commovente, secondo i gusti. Io direi piuttosto istruttivo. Figuriamoci: una morale a vostro modo....
Portava un cappello rotondo, di paglia nera, e sul viso una veletta grigia sotto la quale brillavano due occhi grandi e profondi. Scese rapidamente da una carrozza di terza classe e volse subito uno sguardo in giro come cercando qualcuno. Il professore Mattia si avanzò: La signorina Lambertenghi.... chiese con voce un po' tremante. La ragazza ebbe un sorriso di piacere. Sono io.
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