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Aggiornato: 29 maggio 2025
Alle proposte del 13 luglio la Prussia non aveva opposto un rifiuto, ma preteso, che la pace fosse trattata esclusivamente tra le parti belligeranti. Il 16 luglio Benedetti annunziò dal quartier generale, che la Prussia desiderava dall'Austria l'assicurazione di «alcuni» acquisti territoriali nel Settentrione indispensabili al complemento del suo dominio. Dagli avvenimenti successivi è agevole arguire, che o lo stesso inviato o certamente la corte delle Tuileries erano all'oscuro sulla dimensione di questo ampliamento territoriale. Vedevano, comunque, salva la Sassonia, antica federata del Reno; avevano accordato abbastanza alla predilezione nazionale per la povera piccola Danimarca; notoriamente speravano, che la Prussia si sarebbe contentata di una striscia di terreno tra le sue frontiere sassoni e le westfalesi. Quando in luogo di tali congetture seguì l'incorporazione degli stati centrali nordici, Drouin de Lhuys spedì a Berlino un disegno di convenzione, che stipulava la cessione di Magonza. Il prezzo della complicit
Il giorno dopo l'incorporazione della Valtellina e delle contee di Bormio e di Chiavenna nella Lombardia austriaca, che fu il 16 d'agosto del 1815, un bando novello del maresciallo Bellegarde annunziava ai Lombardi che, mossa dal sentimento di predilezione sempre mai dimostrato a' suoi Stati d'Italia, S. M. Imperiale e Reale erasi degnata di porre l'ultima mano all'adempimento delle benefiche sue intenzioni, formando coi detti suoi Stati un regno Lombardo-Veneto.
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