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«Proprio l'ha promesso a lei? disse il giovane di subito sentendo rinascere la speranza: o Bianca, tu l'hai promesso, tu mi fai questa grazia, e gi

Tra voi gridate e menate le mani, pur ch'io panebri. ORGILLA. Tu tirerai in fallo, Pilastrin, questa volta, ché la carne rimasta è in beccaria. Che vuoi ch'io cuoca? le miei mutande? PILASTRINO. Giá denno essere arse, se l'hai portate un , ché 'l vostro fuoco non cuoce o scalda. GIRIFALCO. Pilastrin mio caro, tu vedi.

Tu l'hai veduto soltanto in quest'ultimo periodo della sua vita; in gioventù sar

E non l'hai tu tutti e due? Vas. Cat. Zitta, sta buona: se desti la bimba, sar

Dimmi, chi ti insegnò queste cose, o lettore? La tua scienza tanto sottile, tanto astuta, tanto fine, dove l'hai trovata?

Bianca come il guanciale su cui posava la testa, la puerpera si voltò languidamente verso il marito, e gli sussurrò in un soffio: Sto bene adesso... L'hai vista? Or ora gliela porto disse la matrona baffuta, mentre Alberto, docile agli eccitamenti della suocera, si chinava su Diana e accostava la bocca alla bocca scolorita di lei.

ATTILIO. Non ho visto al mondo piú colerico uomo di te, che avendoti detto, burlando, che ti voleva spianar le spalle, te l'hai preso da dovero. Se ben mostrava colera fuori, burlava dentro. Io offender te, che sei tutto il mio bene? TRINCA. Ho da servirvi nelle cose oneste, no nelle scelerate.

«Ma, e tu non l'hai veduto mai altra voltagli domandò il Fossano con una voce così alterata, e facendo un viso così stravolto che anche il servo cominciò a pensar male e a temere fosse accaduta qualche grave sventura.... però, come a trovare qualche filo per venire a capo di qualche cosa,

Da dove comincierò? Che tutta Roma femminile vuole l'abrogazione della legge, tu l'hai detto, nobilissima Claudia. Io dirò che; nel Foro, alla Basilica, alle Botteghe vecchie, al tempio di C

Prendila allora come correttivo, e non dolerti col messaggero, perchè l'ho portata io. Dove l'hai presa? A Pievepelago, dove sono andato stamane. Me l'ha consegnata un servitore, che domandava appunto all'albergatore del Falco reale se ci fosse qualcheduno per rimettere una lettera al conte Malatesti, a Querciola.