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Aggiornato: 22 giugno 2025
E le Romane antiche, per lor bere, contente furon d’acqua; e Danïello dispregiò cibo e acquistò savere. Lo secol primo, quant’ oro fu bello, fé savorose con fame le ghiande, e nettare con sete ogne ruscello. Mele e locuste furon le vivande che nodriro il Batista nel diserto; per ch’elli è glorïoso e tanto grande quanto per lo Vangelio v’è aperto». Purgatorio · Canto XXIII
Robusti e previdenti, hanno la corteccia più fitta, e le loro ghiande portano il cappuccio lanoso. Il conte Gino aveva fatto appena un cento metri di strada, quando attraverso i radi tronchi dei cerri vide discendere dall'erta uomini e cavalli. To'! diss'egli. Una cavalcata. Com'è pittoresca! È il signor Aminta che ci viene incontro; rispose il mugnaio.
Una mendicante si accostò subito alla portiera sinistra: la principessa si tolse dalla cintura un borsello di seta rossa, con ghiande d'oro, ne cavò alcune piccole monete e ponendole nella mano della mendicante, le bisbigliò: Tra quattro giorni, la mattina, alle sette, in questo punto: io sarò a piedi: la carrozza mi seguiter
È un affare che s'agita da un gran pezzo. Il curato possiede un campicello; un prato, per dir meglio, ombreggiato da una gran quercia. Son pochi metri di terra che non valgono due scudi, tanto più che il curato li lascia incolti, permettendo che vi raccolgano l'erba e le ghiande gli accattoni delle montagne. Però, il perchè lo ignoro, predilige quel luogo stranamente.
Avea moglie e famiglia tanto grande, che Turpin scrive: «E' si vivea di ghiande». Perocch'era Angelin povero in canna e di poder n'aveva pochi al sole; oltre di che, sopra quelli una manna cadeva ogni anno di secche e gragnuole. Angelin sofferente non s'affanna, e dicea: Dio può tutto e cosí vuole. Dominus dedit, date ha le ricolte: Dominus abstulit, Dio ce l'ha tolte.
E le Romane antiche, per lor bere, contente furon d’acqua; e Danïello dispregiò cibo e acquistò savere. Lo secol primo, quant’ oro fu bello, fé savorose con fame le ghiande, e nettare con sete ogne ruscello. Mele e locuste furon le vivande che nodriro il Batista nel diserto; per ch’elli è glorïoso e tanto grande quanto per lo Vangelio v’è aperto». Purgatorio · Canto XXIII
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