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Aggiornato: 19 maggio 2025


Diploma dato al Campo sotto Reggio il 31 luglio duodecima Ind. a tutti i vegnenti allo esercito reale. Non piglin la via di Monteleone e del piano di S. Martino, ma di Cotrone e Gerace. A Gerace avranno nuove del re e dell'esercito, per sapere ove trovarli. Ibid., fog. 166.

Il giorno susseguente crebbero d'un centinaio capitanati da Plutino, e d'un centinaio la sera con Gerace. De Lieto e Plutino reggiani, Gerace di Catanzaro.

Epperò di tre nuovi uffiziali, di data ancora più recente, arricchivasi il Consiglio di guerra. E sommò a dodici. De Lieto e Gerace capitani; Plutino colonnello.

Io non venni mai in Calabria. Voi viaggiaste? Dopo undici anni di galera, nel cinquantanove viaggiai a spese di Ferdinando II verso l'America. S'era in sessanta, e giudicammo miglior consiglio indurre il nocchiero a sbarcarci nella Gran Bretagna. Mi chiamo Gerace e nacqui calabrese. Ecco! vi conobbi a Londra.

Vi manda Roberto con molta mano di truppa e di scorte. Cosenza, Bisignano, Malvito, Gerace e Martorano sono prese. Poco di poi, in Puglia il conte Umfredo muore. Dal suo letto supremo chiama Roberto, facendo cenno della mano ad un frate, che apprestavagli la comunione, di attendere ancora un istante. « Fratello caro » a Roberto egli parlò « quanto amore io ti abbia posto tu lo sai.

Ecco qua la carta, disse il maggiore mostrando un foglio greggio che avvolgeva una forma di caciocavallo; e vi stese il rapporto al dittatore. Sopra un pezzo rimasto io scrissi a mia moglie, per assicurarla col fatto della scrittura ch'ero vivo e sano. Sans adieu, disse Gerace nel dipartirsi da noi. Ricomparirò con una mano di Calabresi entro due giorni.

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