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Meravigliosa è stata, come taluno disse, la pazienza del contribuente italiano: ma si rischia di spingerla al limite estremo riversando sui consumi popolari il peso degli oneri nuovi che si annunziano per la finanza italiana, oneri che saranno non leggeri, comunque si voglia far fronte ad essi, o con prestiti o con imposte.

Nell'alta finanza le oscillazioni sono fortissime, e tu puoi trovarti ricca oggi, povera domani. È difficile che il banchiere non faccia risentire anche ai suoi le angoscie tormentose che attraversa ogni giorno, leggendo e commentando i listini della borsa.

L'uno combatteva le riforme e la cessione del Dazio consumo, nel nome della giustizia e della fame del popolo, e citava l'America; l'altro le difendeva per la salute della finanza, per il benessere morale e materiale del paese e della famiglia, e citava l'Inghilterra.

Fece molto tardi dalla duchessa, e giunse tardissimo al Cova, a prendere il caffè e latte, nel solito crocchio d'amici: tutta gente dell'alta finanza, ricchi industriali, deputati. E portò in quel crocchio due notizie: la notizia della liquidazione della Cisalpina, e quella del povero Casalbara sempre più aggravato.

Uomo di molto ingegno, acuto come una lesina, che sa mescolare l'utile al dolce, non privo di ambizione, che aspira a rendere qualche grosso servizio alla deplorata finanza italiana. Non è l'Apollo del Belvedere, poverino, con quella fronte a pera, con quel naso da pappagallo, con quegli occhi da formica, che son sempre in cerca di occhiali; ma è una testa che pensa.

Segnalo innanzi tutto i miei vicini. Castagnola, spirito sodo e positivo, che ha la parola sicura ed autorevole ogni qualvolta si parli di cose di mare e di commercio, ed in generale in tutte le quistioni amministrative; Bertea, che va tra i campioni pel piemontesismo e tra i partigiani del terzo partito, mente calma, senza passione ma tenace; Castellano, che quest'anno ha emigrato dalla destra alla sinistra e vi ha tenuto distintissimo posto, sempre all'avanguardia, e sovente battendosi nella confezione delle nuove leggi di finanza. Questo giovane, che non manca di abilit

Chi non abbia in quell'epoca percorse le Romagne e le Marche, mal potrebbe immaginare il disordine di quelle provincie. L'esercito austriaco muoveva da Toscana verso Ancona per quello stesso stradale che pochi giorni innanzi io aveva percorso. Da Bologna uscivano a stormi i buoni patrioti per accorrere alla capitale; carabinieri, guardie di finanza, giovinotti d'ogni casta e d'ogni condizione, attraversavano tumultuanti le citt

¹ Un saggio suggestivo di questa concezione nuova del radicalismo sociale si ha nello scritto di MASSIMO FOVEL: Intorno a una democrazia radico-sociale. Rivista d'Italia, ottobre 1912. Politica dei consumi e finanza democratica

Senza contare i disastri provocati da ogni liquidazione un po' fuori della media prevista, senza contare la sfiducia e il discredito che vanno sempre più circondando nell'Argentina quanto è materia di finanza!

Noi non avevamo mezzi pecuniarî. Io andava economizzando quanto più poteva sul trimestre che mi veniva dalla famiglia: i miei amici erano tutti esuli e dissestati in finanza. Ma ci avventurammo, fidando nell'avvenire e nelle sottoscrizioni volontarie che dovevano venirci se i nostri principî tornavano accetti. Il Manifesto escì sul finire, a quanto ricordo, del 1831.