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Aggiornato: 29 giugno 2025
Se spendeste un po' meglio il vostro danaro; se invece di ricorrere al bicchierino ed ai liquori vi compraste pane, non avreste da lamentarvi disse. Il fattorino rise. Non ho bisogno di lezioni osservò.
Giunti prese la lettera e diede al fattorino una lira di mancia. Questi neppure ringraziò. La lira gli sembrava troppo poca cosa per un uomo, il quale si vantava comunardo e predicava venuto il tempo della divisione, nel quale tutto doveva diventare propriet
Non ci stavo troppo bene, e sono venuta a cercare un po' di sole qui presso. Chi c'è stato a cercarmi? Ah, sì, fate bene a rammentarmelo. C'è stato or fa mezz'ora il garzone del panattiere. Quel lasagnone del vostro fattorino lo ha fatto salire quassù, e io ho dovuto sentire l'antifona.
Una lettera suggellata. Ah! è di mio nipote... Me l'ha consegnata il fattorino mentre entravo da voi... Qualche appello alla borsa. Leggetela e... datemi quei fogli... Permettete? Ah! l'imbecille! Che cos'è stato? Scusate... (Legge con più avidit
E voltando così, si trovò faccia a faccia con un fattorino di piazza un ragazzo insolente dal berretto rosso sull'orecchia che portava un grande mazzo di fiori ravvolti in carta velina. Il ragazzo, dando di cozzo in Nancy, disse: Ehi! dove li ha gli occhi? Aprile disse a Nancy: «Sorridi!» Nancy sorrise e la fossetta s'incavò. Scusi! Mi rincresce, disse al rude ragazzo.
E come no? disse il Collini. Oggi siamo alla vigilia della scadenza. Il Salati, in un negozio così delicato, non si fida neanche del suo fattorino, e se ne va egli, anzi a quest'ora è gi
Ma nel voltarsi per chiamare il Vergani, che a quelle parole era rimasto attonito, si trovò faccia a faccia col fattorino della Faré. Voi chi siete? Che volete? Cosa fate qui? Il pover'uomo, intimidito, gli presentò il conto nella busta gialla. Trenta lire?... Ma questa signora Faré è sull'orlo del fallimento, se ha bisogno di trenta lire!
Solo davanti alla stazione ella si rianimò. Ivia ella disse. Miss Olivia era sul marciapiede, ad aspettare i Varedo. Teneva con la destra la sua seggiola a libro, teneva con la sinistra la scatola dei colori, ma consegnò le due cose a un fattorino perchè gliele custodisse, e aperse le braccia a Bebè che si protendeva verso di lei. O Bebè, darling.
Raccomandò il prezioso acquisto alle spalle d'un fattorino del libraio senza bottega, avviandolo alla contrada tale, casa tale, numero tale; e, sborsato il prezzo, entrò in duomo, probabilmente per farvi orazione: i maligni dicono, per pigliarvi il fresco.
Era la signora Osnaldi in persona, la quale lo avvertiva esserci in vestibolo un fattorino del telegrafo che chiedeva di lui. Roberto dovette subito andar a vedere di che si trattasse. C'era infatti un telegrafista, che, non avendolo trovato a casa, gli portava presso gli Osnaldi un dispaccio.
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