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Aggiornato: 30 giugno 2025
La terribile disgrazia di Ezio aveva gettata un'ombra di cattivo augurio sulla felicit
Poichè gli amici Jameson parlavano di voler essere per le feste di Natale nel seno delle loro famiglie, Ezio pensò di approfittare del loro replicato invito e affrettò con Andreina segretamente i preparativi del viaggio. Egli era persuaso che Flora l'avrebbe seguito col pensiero... ma ogni parola di addio non poteva essere tra lor due che uno strazio inutile o una volgare menzogna.
Massimo Bagliani era di quegli uomini timidi, che nel fitto d'una mischia si fanno avanti per i primi. Ora hai detta una brutta parola, amico mio disse lentamente Ezio, impallidendo un poco. Ebbene la ripeto: la più indegna di te. Sei stato giovine, tu? Io? e il dabben uomo non seppe nascondere un'emozione che gl'imporporò la testa.
Flora non osava pensare ch'egli non fosse lì a riceverla per un sentimento cattivo; ad ogni stormire di foglie credeva di vederlo uscir fuori, tra pianta e pianta, e di sentir le sue mani sugli occhi. Ma la campanella del cuoco suonò il secondo segnale senza che Ezio venisse a scovarla dal suo nascondiglio, lì allora si rassegnò a entrare in casa.
Il non dormire la notte accrebbe questo stato di vane apprensioni. Ezio poteva essere stato ucciso, ma Ezio era pur sempre vivo nel suo cuore. Il non poter parlare di lui colla gente non impediva che essa non ne parlasse con sè stessa; a poco a poco divenne questo il suo pensiero dominante, come una luce fissa accesa nel mezzo d'una grande oscurit
Ezio e Cresti vennero opportunamente in aiuto. Entrarono in casa, fu servito il caffè nella bella veranda a vetri piena di ombre verdi e di fiori, ingombra di oggetti smaglianti, nel vago disordine dei mobili e nella mescolanza delle stoffe. La linea del lago si vedeva luccicare tra la chioma dei platani e la balconata in uno sfondo luminoso in cui passavano le vele gonfie di ritorno dal mercato. Nella buona compagnia e nella evocazione delle antiche memorie, molta gente morta e dimenticata fu chiamata fuori e rimpianta, si consultarono molti ritratti gi
Ezio aveva risparmiato con questa specie di fuga clandestina un'ora di inutili spasimi e di dubbiezze; ma il cuore della donna non poteva rimanere impassibile davanti all'ultima parola di un lungo dramma, che aveva riempiuto or bene or male tutti gli anni della sua vita. Tutto ciò che finisce, anche un grande dolore, lascia dietro di sè una specie di vuoto in cui pare che l'anima si sprofondi.
Ezio Cami, un po' superstizioso, disse: Dicono che i sogni siano il riflesso, la ripercussione della vita giornaliera... Io non ho mai pensato in questi giorni, neppure casualmente e alla sfuggita, alla signora Arici... Non l'ho mai desiderata, quantunque desiderabilissima, perchè non amo di fantasticare cose impossibili o che a me paiono irraggiungibili. Ed ella intanto mi è venuta in sogno, ed è stata mia, come se la nostra vita di amanti durasse da un pezzo, senza che lei nè io ci preoccupassimo del marito che pure esisteva anche nel sogno, giacchè ricordo benissimo che ella non era semplicemente una signora, ma la signora Arici!... Di che mi meraviglio?... Forse nella realt
Viene con lor su tedeschi cavalli Ezio terror dell'Unnica rapina, E Stilicon che sugli ultimi valli Vide spirare la virtù latina. E dietro ancor la selvaggia coorte Seguo sonando dei barbari re, Con Berengario primo a cui la sorte La corona di ferro indarno diè.
La lettera, scritta sotto la dettatura di Ezio dalla manina di Sabinetta, continuava: «Quando riceverai questa mia, io sarò gi
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