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Altri voglion dire questo cotale, di cui l'autore senza nominarlo dice che fece il gran rifiuto, essere stato Esaú, figliuolo d'Isac.

L'acqua, ch'è un elemento di tanta importanza all'umano vivere, perché abbonda quasi per tutta la terra, non vale cosa alcuna, e con ragione si lamentavano gli ebrei nella cattivitá di Babilonia di doverla comprare; ed una minestra sola a Esaú fu piú cara che la primogenitura, mentre argomentava da il povero affamato, dicendo a Giacobbe: «En morior; quid mihi proderunt primogenita»? .

E per questo voglion dire l'autore intender d'Esaú, e lui vuol dire aver fatto il gran rifiuto. La qual cosa la nego l'affermo. So io bene, secondo che nel Genesi si legge, Esaú fu reo e malizioso e fattivo uomo, e non fu semplice mentacatto, e fu grande e potente uomo e padre di molte nazioni.

Il quale, essendo primogenito di Isac, come nel Genesi si legge, percioché innanzi a Iacob, con lui ad un parto nascendo, uscí dal ventre della madre; ed aspettando a lui, per questa ragione, la benedizione del padre quando a morte venisse, secondo che a quegli tempi s'usava; tornando un da cacciare, ed avendo grandissimo desiderio di mangiare, trovò Iacob suo fratello avere innanzi una minestra di lenti, le quali la madre gli aveva cotte, e domandogliele: Iacob rispose che non gliele darebbe, se egli non rifiutasse alle ragioni della sua primogenitura e concedessele a lui; per la qual cosa Esaú, tirato dall'appetito del mangiare, rifiutò ogni sua ragione e concedettela a Iacob.

Le mani sono di Esaù, la voce è di Giacobbe, diceva Isacco; in voi, voce mani e anima tutto è di Augustulo; imperciocchè la debolezza si accoppii ottimamente con la crudelt