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Aggiornato: 16 giugno 2025
Giacchè altra cosa è saper simulare e altra cosa è saper dissimulare. La Elisa, incapace di simulazione, era forse a tempo e luogo maestra di dissimulazione. Tanto è vero che se le avesser dato un segreto da serbare, si sarebbe lasciata uccidere prima di svelarlo.
Non dubitare, caro zio disse l'Enrico con dolcezza malinconica. Tu sei esaudito lo stesso. Capisco anch'io che ora non potrei più accettare quello che avrebbe dovuto essere la mia... quello che dice il marchese. Spero di riuscire a farmi onore e a cercarmi una posizione indipendente e degna di un gentiluomo.... E allora... se la Elisa mi avr
Vi ammiro anche questa volta per il vostro coraggio, disse il professore, soltanto vi chiedo il permesso di accompagnarvi, anch'io desidero offrire i miei servigi ai signori Guerini. Andiamo, disse Maria. Carlo ed Elisa, che sono più grandi, possono venire con noi; gli altri restino a casa; è inutile dar tanto nell'occhio e andare in frotta, come se si trattasse d'una festa.
E quattro mesi! sclamò la Elisa. Oh, ma non la creda poi tanto ingenua, sa? fece ridendo la madre. È un capetto, mah! Senti Elisa? Tua madre dice che sei un capetto.... mah! Miracolo che questa volta non abbia aggiunto anche l'ameno! Il marchese rideva. Dunque io ripasserò stasera, soggiunse egli e se l'Enrico arrivasse prima, gli dica di venir subito da me a farsi vedere. Sans adieux.
Ormai l'ho atteso abbastanza. Brava! Che fermezza! Tutta suo padre! Sarebbe dunque più un puntiglio che altro? le domandò sua madre. Ma lascia fare a lei una buona volta, o benedetta donna! gridò il padre. Poi rivoltosi alla Elisa: Tu sei disposta? Sono decisa. Per carit
La Elisa, che con le gote irrigate di lagrime stava stretta a sua madre, alzò gli occhi roridi in faccia al marchese, e vide sulla di lui fisonomia uno di que' buoni sorrisi arguti, che il d'Arco possedeva quando stava per dire qualche cosa di molto bello e di molto buono.
Troppa ricchezza, poca sicurezza Elisa, ricuperata in brevissimo termine, la salute, come si è scritto nel precedente Capitolo, parte seconda, era diventata ancor più allegra di prima.
È un artista, è vero, ma che artista! Bell'uomo! Ricco... assessore municipale.... Va bene; ma non fa bisogno di rispondergli subito. Ebbene, faremo così disse don Ignazio. Lo inviterò a pranzo e intanto la Elisa avr
Io non desidero che di morire. Ma che cosa dici Elisa? Non far così dunque, te ne scongiuro. Che cosa mi resta a fare a me a questo mondo? Oh, ti resta di voler bene a me, che morirei subito se tu mi avessi a mancare. Vorresti tu forse far morire tua madre? Oh, no, mamma rispose la Elisa abbracciandola con affetto. Ebbene, io mi farò suora.
Elisa rimase tutta avvilita ed andò ad abbracciar la sorella dicendole: Non andare in collera, hai ragione, sono troppo ambiziosa, e voglio correggermi; ma non vengono mai, soggiunse guardando fuori dalla finestra. Pazienza, disse Maria, abbiamo vissuto tanto tempo senza di loro e potremo vivere ancora. Eccoli, eccoli, esclamò Carlo.
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