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Aggiornato: 31 maggio 2025
La duchessa sapeva benissimo che suo marito era nel numero di questi: così aveva pensato riparare nascostamente alla colpa del vecchio duca, per quanto fosse in lei.
Per parlare col prefetto! Per far arrestare i ladri.... Per rendervi giustizia! Sì!... Sì!... Giustizia!... Giustizia fino all'ultimo! Adesso! Subito!... C'è la corsa! Bisogna aspettar la corsa!... Giustizia!... Giustizia!... Giustizia per tutti!... Giustizia fino all'ultimo! e il duca borbotta ancora fra sè: Ammazzarla.... Ammazzarla.... Lei!
Signor duca di Balbek parlò la principessa Bianca, con una dignit
Lo amate dunque?... disse guardandola. La vostra memoria me lo impediva, ma egli mi ama.... Giuratemi quanto vi chiedo.... Egli esitava ancora. Federico, giuratemi.... Ma, donna Livia, vorreste che io soffrissi in pace un insulto?... E se il duca mi provoca.... Non vi provocher
Io ebbi dei giorni di follia continuò il duca. Passerò tutta la mia vita per farli obliare, per farmeli perdonare. Perdonare? giammai! rispose Vitaliana. L'oblio, l'avete di gi
C’era una camera coi ritratti dei generali francesi che ebbero titoli italiani. Massena duca di Rivoli, Augeran duca di Castiglione, Victor duca di Belluno, Moncey duca di Conegliano, Savary duca di Rovigo, Mortier duca di Treviso. Pochi ritratti di generali italiani, perchè molti erano entrati nell’esercito austriaco. In apposita stanza aveva raccolto le tremende memorie della Russia.
Lascio lo fele e vo per dolci pomi promessi a me per lo verace duca; ma 'nfino al centro pria convien ch'i' tomi>>. <<Se lungamente l'anima conduca le membra tue>>, rispuose quelli ancora, <<e se la fama tua dopo te luca, cortesia e valor di` se dimora ne la nostra citta` si` come suole, o se del tutto se n'e` gita fora;
per che la mano ad accertar s'aiuta, e cerca e truova e quello officio adempie che non si puo` fornir per la veduta; e con le dita de la destra scempie trovai pur sei le lettere che 'ncise quel da le chiavi a me sovra le tempie: a che guardando, il mio duca sorrise. Purgatorio: Canto XIII Noi eravamo al sommo de la scala, dove secondamente si risega lo monte che salendo altrui dismala.
E io: «Maestro mio, or qui m’aspetta, sì ch’io esca d’un dubbio per costui; poi mi farai, quantunque vorrai, fretta». Lo duca stette, e io dissi a colui che bestemmiava duramente ancora: «Qual se’ tu che così rampogni altrui?». «Or tu chi se’ che vai per l’Antenora, percotendo», rispuose, «altrui le gote, sì che, se fossi vivo, troppo fora?».
Cosi` per Carlo Magno e per Orlando due ne segui` lo mio attento sguardo, com'occhio segue suo falcon volando. Poscia trasse Guiglielmo e Rinoardo e 'l duca Gottifredi la mia vista per quella croce, e Ruberto Guiscardo. Indi, tra l'altre luci mota e mista, mostrommi l'alma che m'avea parlato qual era tra i cantor del cielo artista.
Parola Del Giorno
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