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Aggiornato: 22 giugno 2025


La signora non vorrebbe andare, a Dusiana. Le occorrerebbe un'ora almeno per vestirsi. Inoltre, è un brutto giorno; un tredici. Lo dice ridendo, ma lo dice. Io rido con lei, e la conforto ad andare. Il tredici secondo me non è altro che un numero il quale ha il torto di venire dopo il dodici e prima del quattordici. Del resto, non a tutti dispiace, non a tutti porta sfortuna.

Sarai tu un asino, che non avrai saputo rispondere; almeno lo confessassi, e non fossi tanto presuntuoso. Dunque non sei passato? Me l'aspettavo. Mi domandò certe cose difficili; poi i compagni mi facevano ridere, mi sono confuso, ecco. Mi dispiace, disse Maria con amarezza, così tutti per colpa tua dovranno rinunciare alla campagna.

Ebbene, don Omobono: io ho saputo che gli sovrasta una disgrazia. A chi? a Monti? Precisamente. Pare che si sia mischiato nella congiura. Il fatto sta che dev'essere arrestato. Oh poveretto! questo mi dispiace! Però... soggiunse dopo qualche momento monsignore, però... vi potrebbe essere un rimedio. E quale? chiese don Omobono.

Mi dispiace per Berto, soggiunse il conte. Gli è toccato un colpo crudele, ma non potevo misurarlo. Del resto, la lezione gli insegner

Ti dispiace? domandò Lidia premurosa. Per nulla. Ciò vuol dire che la tua salute è buona. Discreta, . E poi c'è un'altra novit

Ah! esclamò Falcini guardando fissamente negli occhi il suo amico. E soggiunse: Senza volerlo però e senza saperlo. Me ne dispiace per te e per lei. Chi sa se non sia stato meglio? Bisognerebbe pensare così quando una cosa non avviene; ma non è facile. E poi... non è sempre vero. Ora tu, con questa rivelazione, mi fai sentire rimorso. D

Si vede che te ne dispiace ancora!... Invece ti giuro che adesso non me ne importa affatto! Essa forse non pensa così!... e vorr

No, scusi; replicò il mugnaio: non le posso dar altro. Il signor Aminta se l'avrebbe a male. Perchè? Non devo dunque mangiar altro? Per ora no, se non le dispiace. Il signor Aminta è escito per mandare l'avviso a casa sua, dov'Ella trover

Ma tu, interruppe Giusto, tu non me li puoi dare, non è così? Era proprio così. Allora ti saluto. Te ne vai? Mi dispiace tanto, ma io non posso far nulla; non è una settimana che ho dovuto pagare un debito di quattrocento lire che mio figlio, quello scapestrato di mio figlio Gerolamo, mi ha fatto a Pavia.

No, signor conte, non è in poter nostro; rispose il luogotenente Schwabe. Il nostro primo è impedito da forza maggiore; noi siamo venuti a dargliene avviso, disposti a pagare per lui, se a Lei dispiace di essere stato incomodato per nulla.

Parola Del Giorno

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