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Aggiornato: 10 giugno 2025


Poi colla Giulia, miss Dill, la Luigia, la Nena e colla marchesa di Genova, che si trovava avvolta, presa, spinta da quella folata di ragazze, senza capire un ette di ciò ch'era avvenuto, Lalla seguì Lorenzo, che adesso portava lui la cassetta sulle spalle.

Costui divenne lo spavento di Maria, con quel tabacco e con quel sudiciume!... Invece miss Dill, quantunque da buona inglese la propriety l'avesse sempre in bocca, sentiva per lui una grande predilezione.

Solo alle frutta, quando don Vincenzo, dopo d'essersi lasciato scappare il primo rutto, la fissò con una tenerezza da ciuschero, facendole scorrere la tabacchiera di sotto alla salvietta, miss Dill, rabbonita, gli sorrise clemente, sentendosi tutta rinvenire, come un gambo d'insalata dopo un'acquazzone d'estate.

Madama Veronica? chiese con un garbo pieno di finezza. Alessandro sorrise, arrossì e non rispose: lentamente, a mezza voce, la fanciulla lesse allora questa melanconica strofetta: «Ovunque il guardo io giro Amico mio, ti vedo; E l'ultimo respiro, Lo dici e te lo credo, Non può rapirti a me». Che cosa succede? Che cos'è questo frastuono? domandò a un tratto miss Dill, levando il naso dal libro.

Anche quella mattina, dopo che la duchessa l'ebbe fatta chiamare, miss Dill dovette cercarla nello studio del duca. Cattiva! le gridò Maria quando la fanciullina entrò in camera. Cattiva! Hai disobbedito a tua madre, e hai detto delle bugie a miss Dill! Lalla non rispose; ma con un salto fu sulle ginocchia di sua madre, e l'abbracciò stretta stretta. Miss Dill uscì.

Miss Dill, stanca, era seduta in un angolo oscuro; don Vincenzo, in piedi, pregava a bassa voce, leggendo il breviario. Quando Giorgio attraversò la stanza, tutte le donne gli tennero dietro cogli occhi, e quella sua figura, quel fantasma cupo del dolore, sembrò raddoppiasse il fervore delle loro preci.

Presto, duchessina, presto! Ritorni a casa; è arrivato il padrone! Il babbo, il babbo! è arrivato il babbo! e Lalla, dopo avere abbracciato miss Dill per la contentezza, ed essersi abbandonata a un'allegrezza assai espansiva, si avviò ratto per ritornarsene a casa, avendo peraltro trovato il momento di dire piano a Sandrino: Si ricordi la promessa.

Non mi riconosci più? le domandò Giorgio un po' seccato. Lalla, su via, obbedisci! replicò Maria vivamente. Lalla abbassò la testina un'altra volta, allungò il musino, ma non si mosse. Quando vi dovete mostrare così ineducata esclamò Maria in collera più di quanto avrebbe voluto esserlo ritornate subito subito da miss Dill.

Miss Dill, vedendolo, fece per alzarsi e muovergli incontro; ma poi si fermò, e con un cenno del capo chiamò don Vincenzo. Non credereste, gli disse piano, di parlarne anche al conte Giorgio? State tranquilla, miss Dill: ve l'ho gi

Ma chi mai avrebbe potuto pensarlo?... Egli si trovò faccia a faccia con Lalla e con miss Dill. Duchessina, signora miss, è un miracolo, un onore, si accomodino... prego... restino servite.

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s'alceste

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