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Aggiornato: 3 giugno 2025
«Il 22 marzo ricorrendo un'adunanza dell'Accademia della Crusca, e tra le altre cose dovendo nominare un socio corrispondente in luogo del Giordani morto di fresco, fui io quegli che proposi il Guerrazzi dichiarando, che intendeva onorare lo scrittore, e non punto adulare l'uomo potente.
L'autore finì dichiarando che il verdetto dei suoi giudici era per lui materia di assoluta indifferenza, che poco gl'importava apparisse agli occhi dei suoi critici morale o immorale, cristiano o pagano; fu, dice egli stesso, costretto da alcune circostanze che accompagnarono la prima e la seconda edizione del suo libro, a rispondere; e rispose, cioè, gittando agli altri sarcasmo e disprezzo, rispose ad uno dei suoi critici, la cui opera riconobbe essere d'un nemico sì, ma d'un gentiluomo.
I tre capi se li passarono di mano in mano approvando con un lento muover di testa, dichiarando ch'erano atti a sfracellare porte, a rovinare muri, a scassare casse ed armadi.... C'è permesso? disse in quella una voce. Ed al voltarsi, i banditi videro Ntoni sulla soglia dell'uscio, illuminato tutto dalla fiamma.
Alcuni operai italiani dichiarando la loro approvazione al nostro concetto e alle basi fondamentali della nostra associazione, hanno mosso a chi dirige l'Apostolato il dubbio seguente: «Perchè cercate riunire in un solo corpo gli operai italiani? Perchè li concentrate in una sezione dell'Associazione Nazionale? Voi così perpetuate la distinzione delle classi che annunziate voler distruggere.
La signora intimò all'Agnese «di rispettare il suo sangue», e al marito «di non farsi mai più il protettore della gente di servizio», dichiarando che oramai era stufa «e che il conte Leo» proprio così «non avrebbe dovuto dimenticare che senza di lei sarebbe rimasto sempre a insegnare l'abbicì nelle elementari!»
Parola Del Giorno
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