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Aggiornato: 13 giugno 2025
L'anima ardente dell'antico principe dell'Apennino, di più, era salda come l'acciaio, e la coorte dei liberi potea fare assegnamento su di lui, come sulle proprie daghe.
È Subiaco, come Firenze, chiave dell'Apennino, ha le convalli popolate di case e di oliveti, e collocata nella gola d'una di quelle profonde vallate che mettono alle alte cime della Sibilla, quasi eternamente coperte di neve, riceve anch'essa i benefici e limpidi lavacri dell'Apennino.
A quel che si diceva, i Francesi sebbene vincitori, non osavano avventurarsi di qua dell'Apennino: i popoli respirarono; ognuno attese a mettere in salvo le cose di pregio; non si vedeva l'ora d'aver tirato in casa i ricolti; i preti tornavano a predicare la crociata contro gli invasori ma non erano creduti; e intanto si avanzavano i grandi giorni d'estate.
Così dalle creste più alte dell'Apennino al piano di C.., la via rimaneva aperta ai Francesi, i quali parevano risoluti di ferire qualche gran colpo in val di Bormida; e calavano con ardire inestimabile, rapidi, improvvisi, nuovi nei modi di guerra, come se il fulmine li guidasse. Finito lo strascico degli infermi, dei malconci, degli spedati, le vie di C... rimasero mute davvero e deserte.
Era una sera d'autunno; sulle cime e sul pendio orientale dell'Apennino fioccava la neve. Nel cielo non si scuopriva una nube, perchè opaco plumbeo e grigio dal riverbero delle argentate colline. Il soffio temuto della Bora¹ udivasi come un lamento della sventura tra le secolari piante della foresta.
Nè quella paura poteva chiamarsi ubbía, perchè dalle cime dell'Apennino, a San Giacomo, al Settepani, dove avevano poste le grosse guardie, i Francesi parevano spiare l'ora acconcia a ferire qualche gran colpo; e a sera si vedevano tanti dei loro fuochi, che su quei monti pareva sempre la vigilia di San Giovanni.
Parola Del Giorno
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