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Aggiornato: 26 luglio 2025


Garibaldi applaudì alla proposta e diede senza restrizione la sua adesione; e lieto che ormai la guerra dell'indipendenza era davvero imminente, si ridusse di nuovo nella sua isola di Caprera. Ma l'accalcarsi crescente dei volontari in Piemonte, consigliò il Conte di Cavour di pensare ad altro mezzo per potere più efficacemente trar profitto di Garibaldi.

Chi vinse, il 29 maggio 1176, contro Federico Barbarossa in Legnano, la prima grande battaglia dell'indipendenza Italiana? Il Popolo. Chi sostenne per trent'anni l'urto di Federico II e del patriziato ghibellino, e ne logorò le forze davanti a Milano, Brescia, Parma, Piacenza, Bologna? Il Popolo.

«Quanto il signor Carlo amasse moglie e figliuola è superfluo il dirlo: eppure questo grandissimo affetto non lo impedì che, scoppiata la guerra dell'indipendenza in quel meraviglioso anno che fu il quarantotto, egli non avesse più bene finchè non fosse riammesso nell'esercito a spartire con esso i rischi di quella gloriosa lotta.

«La miserabile volpina politica, che turba il maestoso andamento delle cose italiane, deve persuaderci più che mai, che noi dobbiamo serrarci intorno al prode e leale soldato dell'Indipendenza Nazionale, incapace di retrocedere dal sublime e generoso suo proposito; e più che mai preparare oro e ferro per accogliere chiunque tenti tuffarci nelle antiche sciagure. G. Garibaldi»

In alcune linee inserite nel vostro numero del 25 aprile è parlato della banda d'operai male intenzionati provenienti di Francia e scesi, credo, il dopo in Genova, per avviarsi qui dove si combatte la guerra dell'indipendenza.

Questa, dunque, evidentemente è la principal causa causante, qui è l'origine della meritata grandezza di Roma; l'avere bene ed opportunamente assunta la rivendicazione dell'indipendenza nazionale.

Parola Del Giorno

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